Cronaca

Sequestrati gli impianti di Cavallino. I cittadini: “Ammalati per la puzza”

CAVALLINO- Sequestrati discarica, biostabilizzatore e impianto Cdr di Cavallino: esplode la bomba, a lungo annunciata dalle indagini di Noe e polizia provinciale e dall’inchiesta aperta dalla procura di Lecce.

La certezza è costituita dalle puzze emesse tra contrada Guarini e contrada le mate, dove operano i tre impianti di trattamento rifiuti posti a ridosso della superstrada Lecce-maglie. Il sospetto contenuto nel fascicolo d’inchiesta del sostituto procuratore antonio negro, è che quelle emissioni odorigene nauseabonde abbiano causato un danno sanitario a chi vive e lavora nelle vicinanze: gli uomini del Noe e della polizia provinciale hanno ascoltato centinaia di persone (tra residenti di Cavallino, San Cesario e San Donato nonché i lavoratori del vicino centro commerciale e delle attività produttive), raccogliendo lamentele relative a IRRITAZIONI CONGIUNTURALI, EMICRANIE, DIFFICOLTA’ RESPIRATORIE, NAUSEE, INAPPETENZE ED ALTRE PROBLEMATICHE DI CARATTERE SANITARIO.

L’IPOTESI DI REATO CONTESTATA  E’ QUELLA DEL GETTO PERICOLOSO DI COSE: sulla base di questo il gip Simona Panzera ha emesso un decreto di sequestro su tutti e tre gli impianti presenti nell’area, ovvero la discarica e il biostabilzizatore di proprietà della “Ambiente e sviluppo scarl” e l’antistante impianto cdr, di proprietà della “Progetto ambiente srl”.

Il sequestro disposto dal gip su richiesta del pm antonio negro, ha concesso un termine di 15 giorni per l’esecuzione del decreto di sequestro,a anche al fine di consentire l’eventuale adeguamento degli impianti sequestrati, per i quali è stato nominato un consulente tecnico, l’ingegnere Barbara Valenzano dell’Arpa Puglia, che già due settimane fa ha effettuato un sopralluogo sull’impianto.

L’indagine congiunta di Noe e polizia provinciale non si ferma qui e continua a verificare l’impatto ambientale e sanitario degli impianti dei rifiuti. numerosissime nel tempo erano state le segnalazioni e anche gli esposti, a partire da quelli dei primi cittadini di San Cesario, Andrea Romano, e di san donato, Ezio Conte. Sulla discarica e sul biostabilzizatore di Cavallino aveva puntato i fari anche L’Indiano di Telerama nell’ottobre scorso, mostrando come negli impianti dell’ambiente e sviluppo (gli unici della provincia di Lecce nei quali il programma d’inchiesta di Telerama non era stato autorizzato ad entrare) le lavorazioni avvenissero con le saracinesche alzate, in una condizione quindi che favoriva lo spandimento di puzze e odori molesti.  

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