Politica

Europee, temperatura bollente tra i moderati. Ed Emiliano continua a dividere

LECCE- “E’ lo Schumacher delle debacle”, sarà “Scon-Fitto”: parole – al vetriolo – di Massimo Cassano, sottosegretario al Lavoro e uomo forte degli alfaniani in Puglia, che dagli studi di Open aveva lanciato frecce intinte nel veleno contro Raffaele Fitto. Toni antiforzisti rilanciati a Bari dallo stesso Alfano che ha tuonato: “Gli azzurri non sono né carne né pesce, non stanno né al governo né all’opposizione”.
Quanto sembrano lontani i tempi in cui il leader del Nuovo Centrodestra e l’ex ministro degli Affari regionali correvano l’uno al fianco dell’altro nelle vaste praterie azzurre, concordia spezzata dal duello all’arma bianca per la conquista dello scettro del post berlusconi.

Al responsabile del Viminale replica Rocco Palese che afferma: “Parlando di partito “né carne né pesce” Alfano si è autodefinito. Forza Italia, a differenza del Nuovo Centrodestra, ha una forte identità di opposizione nel segno della responsabilità per il varo delle riforme utili al paese. Quanto a Cassano – conclude – le sue dichiarazioni sono fuori dalla realtà”.

Arriva a stretto giro la reazione di Massimo Ferrarese, candidato alle europee con NCD, che prova a spegnere l’incendio auspicando la ricostituzione di un fronte unico azzurri – alfaniani. Augurio in cui non c’è solo miele, però: “Alfano non offende. Si limita a a una constatazione. Vorrei si iniziasse a vincere insieme , se ciò non è possibile è legato a pretese di egemonia che vengono dal passato . Chiediamo solo pari dignità, conclude”.

Temperatura bollente anche sul fronte PD, dove le fiches puntate su più tavoli da Michele Emiliano, scottato dalla mancata candidatura alle europee come portabandiera, scuotono il partito ed enfatizzano all’estremo la dialettica tra correnti.

Contro l’Emiliano che sostiene la capolista renziana Picierno ma anche dalemiani e civatiani, contro l’Emiliano che tenta di recuperare esprimendo fedeltà MA ANCHE intesa con i 5 Stelle benché Grillo da Bari cannoneggi Renzi definendolo “persona malata”, la voce democratica più incline a tirare granate contro il segretario regionale, si sa, è proprio il suo predecessore Sergio Blasi.

Il sindaco di Bari in uscita da Palazzo di città, accusato da Blasi di ingratitudine per le sue uscite filo grilline, lo ha snobbato ritenendolo espressione della vecchia politica; ma la distanza politica tra i due è a tal punto siderale che l’ex primo cittadino di Melpignano torna a chiedere: “Emiliano è il segretario regionale del PD o il portavoce dei 5 Stelle? Il nodo non è rappresentato dalle riforme e dalla consistenza della maggioranza chiamata a vararle – continua Blasi –, il nodo è politico perché ha definito, al netto degli insulti, “straordinario” e condivisibile il comizio di Grillo a Bari. Emiliano è un irresponsabile perché il suo atteggiamento impatta contro un partito in piena mobilitazione per costruire un’Europa più giusta”.

 

 

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