ROMA- Addio alle Province. Le province come erano fino ad oggi non esisteranno più. Con l’approvazione definitiva alla Camera, il ddl Del Rio è diventato legge con 260 sì, 158 no e 7 astenuti, con le proposte di modifica avanzate dalle opposizioni respinte e con l’urlo di Brunetta che ha gridato al golpe. Hanno detto di no Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Sel e Fratelli d’Italia.
Nascono così le città metropolitane -in Puglia lo sarà solo Bari– e ci saranno le aree vaste e le unioni dei comuni. Le amministrazioni provinciali non vengono eliminate, perchè per quello si attende la riforma costituzionale.
Ma cosa accadrà in concreto? Le “nuove province” vedranno la luce ufficialmente il primo gennaio 2015. fino a quel momento, gli attuali presidenti diventeranno commissari e continueranno a reggere l’ente. Le competenze che le province come le conosciamo oggi manterranno riguardano l’edilizia scolastica, l’ambiente ed i trasporti; a regioni e comuni passano invece tutte le altre. I consigli provinciali diventeranno assemblee dei sindaci. Saranno loro ad eleggere il presidente, che percepirà l’indennità da sindaco.
Sulla riduzione dei costi è lotta aperta: chi ha votato contro è convinto che non vi sarà affatto un risparmio reale e che con questa riforma si “mina la democrazia”.