Cronaca

Veglie, “vende” posti di lavoro a giovani disoccupati: arrestato autista di pullman

VEGLIE- Faceva l’autista di pullman in una nota azienda leccese Marozzi, che si occupa di viaggi, ma per arrotondare lo stipendio aveva escogitato un sistema con il quale era riuscito a truffare decine e decine di giovani disoccupati. Aveva letteralmente messo in vendita posti di lavoro: un impiego nell’azienda presso cui lavorava in cambio di 2 mila euro. E molti purtroppo ci erano cascati, a giudicare dai fascicoli con foto e documenti che i carabinieri della Stazione di Veglie insieme ai colleghi dell’Aliquota Operativa di Campi Salentina hanno trovato in casa del truffatore.

Le manette per Raffaele Faggiano, 54enne di Veglie, sono scattate subito dopo la denuncia di una delle vittime, una ragazza che ha raccontato tutto ai militari. Sono bastate poche ore di indagini e il quadro della truffa è stato chiaro. FAGGIANO le aveva prospettato la possibilità di essere assunta nella sua ditta dietro il pagamento di una somma di 2000 euro.

Nei giorni precedenti, in altre stazioni, erano state presentate già sei querele per delle truffe identiche, sempre ad opera dello stesso autore. Così è scattata la trappola.

La ragazza ha fatto da esca incontrando l’uomo per la consegna del denaro, ma all’appuntamento, alle 7,30 del mattino in un bar di Veglie, Faggiano ha trovato i carabinieri. La sorpresa più grande  si è avuta dopo la perquisizione dell’auto e dell’abitazione. dalle carte sequestrate sono emersi altri tredici casi di truffe consumate non ancora denunciate. In totale, quindi, per almeno 19 volte FAGGIANO era riuscito a vendere un posto di lavoro!

Le somme percepite variano da un massimo di 12.000 euro ad un minimo di 1.000, per cui si stima che l’ammontare totale delle somme truffate vada ben oltre i 50.000 euro! Le vittime, la maggior parte giovani, sono di Lecce, Porto Cesareo, Veglie, Salice, San Donaci, San Pancrazio Salentino. Per ognuna di loro sono state trovate, divisi in fascicoli nominativi, le foto tessera, le fotocopie dei documenti d’identità, le bozze dei contratti preliminari di assunzione, i certificati medici di idoneità al lavoro, tutta documentazione che FAGGIANO chiedeva per rendere più credibile la truffa.

Naturalmente l’azienda Marozzi in questa vicenda è parte offesa e prenderà gli opportuni provvedimenti.

POSTI DI LAVORO IN VENDITA2

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