CronacaPolitica

Tap, il Pd adriatico: “Guerra tra poveri in Salento, ma Brindisi resti fuori”

BRINDISI- Una guerra tra poveri. Una guerra in cui Brindisi, per altro, non c’entra nulla. Questa l’estrema sintesi del vertice del Pd provinciale che, per voce del segretario Maurizio Bruno, espone il suo pensiero circa la querelle gasdotto. A San Foca, o Cerano. Poco cambia. E Sergio Blasi, che del Pd è segretario regionale, non viene mai citato. Per quanto, di fatto, è evidente come la posizione della sezione adriatica sia in netta antitesi con le idee del politico leccese.
Mai citato direttamente, appunto. Ma, secondo Bruno, le esternazione mezzo stampa sulla vicenda, evidentemente anche quelle di Blasi, non hanno certo arricchito la discussione.

“L’analisi e le opinioni – si legge nella nota sviluppata a margine dell’incontro serale – riportate negli ultimi mesi sulla cronaca locale da autorevoli esponenti politici, anche del nostro partito, di fatto, hanno tentato di escludere aprioristicamente la possibilità di partecipazione della città di Brindisi e dei suoi cittadini su tale importate scelta. Tale eccessivo personalismo – dice Bruno – mortifica la politica, i partiti quali strumenti fondamentali di una democrazia moderna che ha il compito ed il dovere di mediare la volontà dei cittadini con le istituzioni”. Questo il primo affondo. Non resta l’ultimo.

Perché l’eventuale spostamento del progetto Tap in quel di Cerano e la conseguente, a livello utopistico, conversione della centrale Federico II non ottiene grossi favori nel Pd democratico. Che, appunto, parla di Guerra tra Poveri.

“La presa di coscienza della popolazione leccese – prosegue Bruno – ha di fatto favorito lo scontro politico tra partiti, esponenti politici ed istituzioni ma soprattutto tra le popolazioni della provincia di Lecce con quella di Brindisi, innescando la classica guerra tra poveri. Ognuno – si legge nel comunicato – ha sostenuto la propria tesi circa la bontà del progetto: chi lo ha considerato come una opportunità da prendere al volo per far modificare l’assetto produttivo della centrale Enel di Cerano e migliorare la qualità dell’ambiente,(pur sapendo che il colosso energetico ha più volte fatto sapere che riconvertire la centrale sarebbe molto oneroso tale da renderne impossibile la realizzazione) altri invece come un ulteriore elemento tale da peggiorare il già compromesso territorio brindisino dichiarato per decreto area ad elevato rischio di incidente rilevante”.

Insomma, alla riconversione non sembra crederci nessuno.

E questo viene esplicato ulteriormente in un altro passaggio della lunga nota dei democratici, che invitano a tenere Brindisi fuori dalla discussione. “La Segreteria Provinciale, ritiene che, allo stato, la problematica in questione non interessa il territorio della provincia di Brindisi cosi come già stabilito dei diversi studi di fattibilità svolti fino ad oggi”.

Insomma, il Pd affronterà la questione quando sarà il momento di affrontarla. Se mai quel momento arriverà. Nel frattempo, i maggiorenti del partito, a tutti i livelli, si interesseranno ad altre questioni. Altre vicende. In primis, quella delle alleanze. Altro che Tap. Qui c’è da preparare la campagna elettorale.

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