LECCE- Entro due giorni dovranno essere depositati gli emendamenti per chiedere al governo di aprire i cordoni della borsa. La lotta per contrastare la diffusione del complesso del disseccamento dell’olivo costerĂ tra i 30 e i 50 milioni di euro. Al momento, in cassa, in Regione, ci sono solo 340mila euro.
Per il resto, tante promesse al vento. Neppure raschiare il fondo del barile potrĂ bastare.  Correre ai ripari, però, significa dover battere cassa a Roma e Bruxelles. Con quest’ultima è questo il giorno del confronto, tramite videoconferenza da Bari, l’occasione per porre attorno allo stesso tavolo gli esperti fitosanitari.
Senza avere concretamente copertura finanziaria, i monitoraggi continuano ad essere ridotti a quelli giĂ avviati: solo osservazioni de visu, nessun esame di laboratorio, che è il passo indispensabile per capire quali ulivi dover sradicare per evitare la diffusione del contagio. Ad oggi, non sono stati ancora firmati i contratti con gli unici due laboratori pugliesi certificati e il protocollo tecnico è in fase di redazione. Ad oggi, neppure la squadra di 40 tecnici inviati dal ministero dell’Agricoltura è stata formata, nĂ© inviata sui campi: non si sa neppure da dove attingere le risorse per una copertura assicurativa sul rischio infortuni.