SECLI’- Pozzo artesiano con l’acqua contaminata e contatore di un altro utente e la truffa è servita. Ne sanno qualcosa due baristi di Seclì, denunciati a piede libero per aver “rubato” l’acqua di un’azienda vicina. Padre e figlio, 72 e 42 anni, rispondono di furto aggravato.
Per risparmiare sull’acqua, avrebbero escogitato un sistema che però alla fine li ha messi nei guai. In un primo momento si sarebbero serviti di un vecchio pozzo artesiano che sorge alle spalle del bar gestito da entrambi. L’uso, però, era stato proibito già quattro anni fa dallo stesso sindaco che aveva emesso apposita ordinanza poiché l’acqua era contaminata e comunque non potabile. Non solo.
I due uomini, sempre in nome del risparmio, avevano adottato un altro sistema per non pagare le bollette: avevano scollegato il proprio contatore e collegato le tubature a quelle di un’azienda vicina, gestita da una donna di Neviano. Ed è stata proprio la stessa vittima, allarmata dai consumi inspiegabilmente alti della propria attività a voler andare fino in fondo.
In realtà pensava fosse solo una perdita, ma quando i tecnici hanno eseguito gli accertamenti necessari, sono venuti a capo dell’imbroglio.