Cronaca

Polveri sottili, Torchiarolo chiede un plus di indagini

TORCHIAROLO- Dopo ben due anni dalla chiusura delle indagini, in quel di Torchialoro viene rispolverato il mistero delle polveri sottili Pm10. Non fosse altro che, in un Comune sito all’ombra di Cerano, alla storia dei caminetti non crede nessuno. Forse, neanche l’esperto Babbo Natale.

Già, perchè durante un’indagine condotta dal 2007 al 2011 è stato rilevato che il comune brindisino ha nell’aria la più alta concentrazione di polveri Pm10, superiore, per altro, anche a quella del rione Tamburi di Taranto. A provocare la diffusione delle polveri sarebbero state le emissione dei camini delle abitazioni della città.

Di fronte ai sorprendenti risultati dell’inchiesta, il Comune di Torchiarolo e la Regione Puglia  avevano sottoscritto  un accordo di programma per l’attuazione del “Piano regionale contenente le prime misure di intervento per il risanamento della Qualità dell’Aria nel Comune di Torchiarolo (Br) per l’inquinante PM10”.

Ed ecco che sul più bello il piano rischia di non andare in porto. Già, perchè ci sono più dubbi che certezze sul fatto che i camini di un paese di appena 5mila anime possa aver diffuso il Pm10 nell’aria.

Il primo cittadino di TorchiaroloGiovanni Del Coco ha quindi avanzato la richiesta alla Regione di congelare l’accordo per poter sottoporre invece il piano regionale a Valutazione ambientale strategica (Vas).

A scatenare lo scetticismo generale sui rilievi è il fatto che mancano i raffronti fra la composizione chimico-mineralogica, attraverso appositi marker, fra il carbone utilizzato come combustibile nella centrale di Cerano e le particelle incombuste inorganiche rilevate dai filtri della centralina sita in Piazza Don Minzoni a Torchiarolo.

Insomma, l’amministrazione chiede analisi  e indagini più approfondite e dettagliate prima di puntare con certezza il dito contro i famigerati camini e nell’attesa che, in città, si torni a respirare aria buona.

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