LIZZANO- “La convocazione del Consiglio Comunale alle 8 del mattino rappresenta la chiara volontà della giunta macripò di evitare la partecipazione dei cittadini ai lavori della massima assise cittadina”. È polemica a Lizzano dopo la decisione di fissare il consiglio comunale di venerdì 23 alle 8 del mattino, un orario – denunciano i capigruppo consiliari di minoranza – che coincide con quello di lavoro della stragrande maggioranza di cittadini e consiglieri e che quindi vengono tagliati fuori.
È una decisione grave – scrivono Pippo Donzello del Mir, Antonio Cavallo de il Giglio, Valerio Marelli del M5s, Ilaria Saracino di Sinistra Unita e Antonio Lecce del Pd – in un documento che lo stesso Donzello leggerà venerdì mattina prima di abbandonare la riunione. “Mi sento quasi pentito – ha detto Donzello – di aver sottoscritto un ordine del giorno congiunto con questa maggioranza su un tema così importante come quello della legalità e della giustizia se poi si sceglie di discuterne alle 8 del mattino quando nessuno potrà assistere”. La situazione di Lizzano, dopo le settimane di fuoco con i politici nel mirino della malavita, meriterebbe un altro approccio. “Contestiamo l’illeggitimità di questa convocazione – continuano i capigruppo – oltre che l’inopportunità dell’orario ed esprimiamo ferma condanna per quanto accaduto”.
Si vogliono coprire, tra gli altri, argomenti spinosi come quelli dei debiti fuori bilancio, prosegue la nota? In particolare – si legge nel documento sottoscritto dai capigruppo di minoranza – non si discuterà della costituzione della commissione sulla sicurezza e sulla legalità decisa nel precedente consiglio comunale. Una situazione che potrebbe richiedere anche l’intervento del prefetto ma intanto i consiglieri di minoranza sono pronti a dare battaglie per “ripristinare le regole infrante”.