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Soppressione Province, il Consiglio dei Ministri approva il Ddl

BRINDISI- Dopo lo stop della consulta, il Governo ci riprova. Il Consiglio dei ministri approva il disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province, con delle differenze rispetto a quello presentato dall’esecutivo del professore Monti. Il testo è già pronto, salvo qualche successiva modifica in attesa che la corte costituzionale pubblichi la sentenza. Cancellata, in primis, la parola accorpamento: nelle intenzioni del governo Letta c’è infatti l’eliminazione di tutte le province e la sostituzione con i collegi delle autonomie, che non avranno organi politici diretti. Niente presidente, niente giunta, niente consiglio.

Il collegio sarà semplicemente composto dai sindaci del territorio. Dunque sarebbe cancellato il voto popolare e si risparmierebbe sugli stipendi di assessori e consiglieri. In sostanza, Letta e i suoi ministri premono sull’acceleratore per impedire che nel 2014 si torni a votare nelle province attualmente commissariate, come nel caso di Brindisi e Taranto o a scadenza di mandato. Un’idea che fa storcere al naso alla delegazione pugliese dell’UPI, favorevole alle elezioni e quindi alla restituzione dei consigli provinciali nei territori che al momento ne sono sprovvisti. Intanto a Brindisi monta la polemica tra le diverse fazioni. L’ex capogruppo dell’opposizione in provincia, Nicola Ciracì punta il dito contro Massimo Ferrarese. “La Provincia di Brindisi, l’ha cancellata lui, accusa Ciracì, a causa del le proprie aspirazioni personali. Le colpe di questo disastro politico amministrativo sono evidenti, i danni sono stati tanti. Mentre nelle altre province pugliesi i Presidenti sono rimasti al loro posto a tutelare il loro territorio, noi siamo rimasti orfani per colpa di Ferrarese e della sua corte”.

Tra i difensori dell’ente provinciale ,interviene anche il movimento Sì Democrazia: “Ci siamo battuti sostenendo l’incostituzionalità della legge e la necessità che non si dovesse adottare alcun atto di sottomissione di Brindisi né a Taranto né a Lecce”, commenta Roberto Fusco. “Che si riparta eliminando ogni spreco di spesa e di poltrone, senza mortificare la storia e la cultura delle popolazioni, e senza eliminare i servizi ai cittadini”.

“Il pronunciamento della Corte Costituzionale rimette ordine ad una impostazione che, dal primo momento, avevamo considerato frettolosa, approssimativa e ragionieristica”, è il punto di vista del senatore del pd, Salvatore Tomaselli.
“Ora, di fronte a Governo e Parlamento, torna la strada maestra di una riforma costituzionale che affronti la soppressione di tutte le province all’interno di una più ampia riforma”.

 

 

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