LECCE – Si ingrana la marcia e si corre per cambiare rotta: sulle lunghe liste d’attesa, che oscillano tra i 4 e i 5 mesi, per l’esecuzione di un esame morfologico, la ASL di Lecce decide di cambiare registro. Non più prestazione da erogare tramite prenotazione, bensì da garantire con accesso diretto.
O meglio, ambulatori aperti in determinati giorni della settimana e dedicati solo a questo, senza dover necessariamente chiedere prima una prenotazione al CUP e attendere mesi oppure, in alternativa, rivolgersi al privato.
È a questa soluzione che sta lavorando via Miglietta, come confermato dal direttore sanitario Ottavio Narracci. Dopo la denuncia del Tribunale dei diritti del Malato, a cui è seguita l’interrogazione parlamentare da parte dei deputati PD Teresa Bellanova e Salvatore Capone, anche la Regione è costretta ad affinare le armi. A cominciare dalla richiesta di un ruolo più attivo da parte di medici di base e ginecologi.
Elena Gentile lo rimarca a margine del convegno sulla ‘Cardiologia di genere’. Il problema rimane spinoso, dopo il caso sollevato da una donna di Matino che a metà maggio, ha chiesto di sottoporsi all’ecografia morfologica che avrebbe dovuto essere effettuata non oltre la fine di quel mese. Rivolgendosi all’Ospedale ‘Ferrari’ di Casarano, invece, l’hanno rimandata ad agosto. Nessuna risposta da Gallipoli. Altrove, lista d’attesa fino a settembre. Cortocircuito confermato anche dai volontari del Tribunale del Malato, che hanno appurato che presso gli Ospedali di Casarano, Gallipoli, Lecce e Scorrano l’attesa rischia di superare la stessa gravidanza.
Motivo per cui si è costretti a rivolgersi ai privati, pagando di tasca propria tra i 120 e i 150 €. La protesta monta soprattutto per questo: in Regione e ASL sta arrivando una pioggia di provocatorie richieste di rimborso. E pare essere solo la punta dell’iceberg.