BRINDISI – Psicologicamente abbattuta, chiede continuamente di poter tornare a casa, per rivedere i suoi due figli. Dora Buongiorno, presunta assassina del compagno Damiano De Fazio, arso vivo nella notte di S.Stefano, è ancora rinchiusa in una cella della Sezione femminile del Carcere di Lecce.
Il suo legale di fiducia, l’Avvocato Roberto Cavalera del foro di Brindisi, ha fatto visita alla signora nelle scorse ore. Un po’ per tenerla su di morale. Un po’ per stabilire le linee guida della strategia difensiva.
Dopo la convalida dell’arresto, su disposizione del GIP Giuseppe Licci, Cavalera presenterà nelle prossime ore istanza di Riesame. Troppi, secondo la difesa della 43enne carovignese, le zone d’ombra di un’accusa che, almeno per il momento, si basa su carica indiziario sì pesante ma questa la tesi difensiva, incapace di giustificare come necessaria la misura cautelare in carcere.
In primis, La Buongiorno non sarebbe a rischio di fuga, perché in condizioni economiche tali da rendere impossibile un allontamento.
Secondo punto, l’inquinamento delle prove. La casa della donna è già stata setacciata in lungo e in largo.
L’unico elemento rilevante è stata la ricetta di un tranquillante, secondo gli inquirenti utilizzato per sedare Damiano De Fazio prima di essere portato nelle campagne mesagnesi.
A rafforzare, però, il quadro accusatorio, ci sarebbe la parziale confessione rilasciata agli inquirenti dalla stessa Dora nel giorno del fermo. Poi, più nulla, solo silenzio. E perizie.
L’ultima, quella della presenza o meno della sostanza ricettata nel sangue dell’agricoltore ridotto a torcia umana, dovrebbe fornire risultanze nelle prossime ore. E allora, il quadro del giallo sarà più chiaro.