LECCE – Mezzo miliardo di euro nella sola provincia di Lecce: una massa di debiti enorme nei confronti delle imprese da parte della Pubblica Amministrazione – ovvero lo Stato centrale, la Regione, la Provincia, i Comuni, i vari enti pubblici -.
Mezzo miliardo di euro che, se pagato, risolverebbe come un colpo di bacchetta magica tutti i problemi delle imprese leccesi.
La bacchetta magica non ce l’ha nessuno però: c’è un problema serio per gli enti locali, ovvero il patto di stabilità che frena i pagamenti della Pubblica Amministrazione anche quando i soldi in cassa ci sono.
Un freno che però per le imprese non sempre è veritiero, visto che ormai è acquisito il concetto che i fondi europei non sono soggetti al patto di stabilità.
E allora perché gli enti pubblici pagano le imprese con ritardi biblici e solo dopo essere stati stimolati, incalzati, quasi supplicati dagli imprenditori? Qui parte la denuncia che in campagna elettorale, c’è da starne certi, farà discutere.
Il Presidente dei costruttori leccesi è uomo concreto e senza peli sulla lingua: e, pur senza fare nomi, duro con i politici che governano la Pubblica Amministrazione e alla quale gli imprenditori – spiega – sono costretti a rivolgersi per ricevere come un favore ciò che in realtà è un diritto, ovvero, il pagamento dei servizi resi.
Più diplomatico il Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete.
Davanti al grido d’allarme delle imprese, che si sono date appuntamento in un convegno organizzato da ANCE Lecce, la Prefettura fa quel che può, ovvero, sollecitare e incalzare le Pubbliche Amministrazioni ritardatarie.
La Prefettura fa ovviamente quel che può, nei confini delle sue competenze. Ma è la politica tutta, probabilmente, a doversi dare una regolata: perché nell’economia italiana, meridionale, salentina stretta nella morsa di crisi globale, di mancanza di liquidità, di costo del credito, i pagamenti degli enti pubblici possono fare la differenza tra la vita e la morte di un’impresa.