Politica

Accorpamento Province, Taranto taglia la testa a Brindisi

BRINDISI – Accorpamento Province, la proposta dei due capoluoghi avanzata dai brindisini non piace agli jonici. Stefàno: “La norma parla chiaro. Capoluogo al centro più popoloso”. E intanto continuano i progetti di grande fuga.

Se non è caos, poco ci manca. Le modalità sull’accorpamento delle Province di Taranto e Brindisi o differenza non solo terminologica, sulla cancellazione di quella di Brindisi, rischia di diventare più che un dibattito appassionato, una sorta di mix tra dichiarazioni  e annunci in politichese stretto, in cui diventa difficile, se non impossibile, trarre una linea di pensiero universalmente condivisa.

Unica certezza: tutti cercano di portare acquata proprio mulino. Lo fa Taranto, in primis, che all’idea della ‘Provincia a due teste, con due capoluoghi’ e con istituzioni e servizi divisi sul territorio, stroce il naso. Il Sindaco Ippazio Stefàno, rivendica il diritto del capoluogo jonico nel guadagnare una posizione di predominio su Brindisi. “La norma parla chiaro. A meno di volontà in controtendenza, il ruolo di città guida spetterebbe al centro popoloso”. E i numeri danno ragione, appunto, a Taranto.

Più diplomatico il Presidente Florido che senza fare nomi e cognomi, fa notare come i criteri da rispettare, anche secondo la Regione Puglia, siano quelli previsti dalla legge. Più abitanti, uguali capoluogo. Uno solo – dice Florido – perchè se i criteri da rispettare sono quelli della spending review, è giusto che ci sia un risparmio. Ma la tesi degli jonici, suffragata appunto dalla norma, cozza con  la proposta dei brindisini.

La Provincia a due teste e due capoluoghi, lanciata dal Partito Democratico e poi sposata da Ferrarese, sembra destinata a tramontare velocemente.  Una Prefettura qui, un Tribunale lì e così via? Macchè. Tale eventualità potrebbe diventare fattibile solo con il beneplacito di Taranto. E le possibilità che questo accada sono, al momento, praticamente nulle. I brindisini  dovranno così rassegnarsi a perdere lo status di capoluogo, mentre in Provincia, i Comuni possono già  cominciare a sentirsi un pò tarantini. Una definizione che fa rabbrividire i Sindaci di Torchiarolo, San Donaci, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco che sabato mattina, terranno presso la Sala consigliare del Comune governato da Domenico Serìo, una conferenza stampa congiunta per annunciare ufficialmente, il ‘programma di evasione’.

Grande fuga verso Lecce, Provincia e territorio più vicina, per cultura e tradizione, a queste terre di confine. Ma il passaggio verso sud, per tempi ristretti e modalità, potrebbe non essere così immediato.

E dopo le critiche del Presidente del Movimento Regione Salento, Paolo Pagliaro, che giudica incomprensibile l’atteggiamento dei politici Brindisi tacciati, di fatto, di perdere tempo dietro a soluzioni riduttive e mortificanti per il territorio sulla base probabilmente, di interessi di natura politica e spartizionistica, registriamo l’intervento di Luigino Sergio, Presidente dell’Unione di Comuni della Grecìa Salentina e responsabile riforme del Partito Democratico salentino. Sergio invoca il progetto ‘maxi Provincia’.

Un grande soggetto istituzionale, che solo il Fascismo mise in discussione, disarticolando l’unitarietà della Terra d’Otranto con l’introduzione delle Provincia jonica nel 1923 e di quella brindisina nel 1927. Ecco, alla fin della fiera, ci mancava giusto Mussolini.

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