BRINDISI – Un’occasione persa. È questa l’idea che il vertice in Provincia di Brindisi con all’ordine del giorno l’accorpamento a Taranto, ormai noto, ha regalato ai presenti. Nella fattispecie, oltre ai giornalisti, sindaci e delegati dei 20 Comuni e i Consiglieri regionali.
Invitati da Ferrarese ad esprimere idee e proposte alla ricerca di un’unità che al momento, appare eufemisticamente utopica. Tra le tesi avanzate, le più suffragate. Sì alla macroprovincia Lecce, Brindisi, Taranto che anticipi e favorisca la nascita di un nuovo ente.
La Regione Salento, alla presenza tra l’altro, dello spettatore speciale Paolo Pagliaro, Presidente del Movimento, viene invocata, tra gli altri, dai Consiglieri regionali Curto e Iurlaro e dai Sindaci Serio (San Donaci) e Pomarico (Oria). Proposta bipartisan e, secondo il primo cittadino di Oria, necessaria.
Sì alla Regione Salento per il Sindaco di Cellino San Marco Francesco Cascione. Ma in un’ultima analisi e alternativamente alla proposta, già avanzata presso la Corte Costituzionale, dell’accorpamento dei Comuni della fascia Sud alla provincia di Lecce.
Come dire … quello della cancellazione è un problema di altri. Perchè noi, vogliamo Lecce. Chissà se Lecce vorrà loro.
Problema occupazionale e conflitto di interessi, invece, portato al tavolo dai sindacati. Ercole Saponaro, Ugl, parla di perdita di posti di lavoro. Corradino De Pascalis, Cisl, di conflittualità tra due aree, Brindisi e Taranto, caratterizzate da interessi comuni.
E dopo aver ascoltato tutte le parti, anche Ferrarese che non rinuncia alla critica nei confronti dei parlamentari ‘colpevoli’ di non aver combattuto la manovra governativa a suon di spending review, dice la sua.
Deluso il Sindaco di Brindisi, Mimmo Consales. L’idea del suo partito, quella della Provincia a due teste e due capuologhi, raccoglie consensi tra i colleghi di Mesagne, Scoditti e Baccaro, Cisternino. Ma tra tentativi di grande fuga (con Fasano, area nord, pronto al doppio salto verso Bari) fanno emergere una situazione di conflittualità tipica di chi, evidentemente, non si sente neppure più una Provincia.
Nessuna unione di intenti. Insomma. Le diverse posizioni assunte, anche conflittuali, dovranno ora essere discusse a Bari. Mercoledì, si bissa davanti all’Assessore regionale Dantamaro. Che, per altro, dovrà anche rispondere delle accuse di chi giudica l’ente inadempiente, per la mancata convocazione del Consiglio delle Autonomie.