GALLIPOLI (LE) – Se non è un naufragio, poco ci manca. L’ultimo progetto rimasto in piedi per un nuovo porto turistico-peschereccio a Gallipoli è ufficialmente bocciato: valutazione d’impatto ambientale negativa da parte della Regione Puglia, che segue alla valutazione d’incidenza ambientale – anch’essa negativa – da parte della Provincia di Lecce. Se non è un naufragio, poco ci manca, perchè i ricorsi ai Tribunali amministrativi sono sempre possibili, ma indubbiamente la determinazione numero 126 del Dirigente del servizio ecologia della Regione Puglia, ha messo una pietra enorme sopra il percorso della Medea srl, la società che aveva progettato – ormai dieci anni fa – la grande opera, con un molo dove si sarebbero infrante le onde del litorale sud – per capirci, di fronte al tribunale, alla Guardia di finanza, all’ex Istituto nautico – con la previsione di 300 posti barca destinati alle imbarcazioni da diporto e due darsene per le barche da pesca.
Un progetto che ha dieci anni, perchè presentato nel 2002 e che aveva già scontato la bocciatura da parte della Provincia di Lecce e ora sconta quella della Regione Puglia. Primo dei problemi rilevati, la presenza di una specie protetta come quella del gabbiano corso per il quale Gallipoli – specie l’isola di Sant’Andrea che sorge proprio davanti al progettato nuovo porto – è luogo importante di migrazione. Un progetto che non c’entra nulla – attenzione – con quello di ‘Italia navigando’ che fu uno dei punti di attrito tra il parlamentare Vincenzo Barba e l’ex Sindaco Giuseppe Venneri, che sulla questione si scontrarono fino a far esplodere l’amministrazione gallipolina. Il progetto della Medea srl attinge tutto a risorse private – spiega l’amministratore Alberto Leopizzi, oggi assessore della nuova giunta Errico nella ‘città bella’.
E ora cosa succederà? Non lo chieda a me – risponde Leopizzi – io ero amministratore, ma sono in fase di uscita – spiega – sarà la società a prendere le sue decisioni. Una cosa però è certa: con un progetto così imponente e plurimilionario e con interessi così grandi in gioco, il ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato è – virtualmente – cosa già fatta. E ancora una volta saranno probabilmente i tribunali amministrativi a decidere sulle sorti del nuovo porto turistico di Gallipoli.