LECCE- Un appuntamento fisso quello con il primo del mese: lo sanno bene i cittadini che per scadenze o pagamenti si ritrovano alle prese con lunghe code negli uffici postali. Se però la fila si sposta forzatamente in strada dove sole e temperature vertiginose non risparmiano nessuno, qualcosa non va come dovrebbe.
Le foto parlano chiaro: ore 8:00 del mattino tutti pronti su quello che si potrebbe ribattezzare “il marciapiede d’attesa”. Si può entrare preferibilmente due alla volta o, in casi estremi, a piccoli gruppi di cinque o sei , dando la precedenza alle persone diversamente abili.
Una scelta discutibile ma che a dire dei clienti, storici frequentatori, risalirebbe ad un passato di calca e risse motivo di disordini all’intero di un locale dalla dimensione già problematica. Che si tratti di sicurezza o di capienza ridotta, il paradosso c’è e si vede: per la maggior parte dei clienti il fine giustificherebbe i mezzi! Meglio un bagno di sudore all’aria aperta piuttosto che rischiare il soffocamento tra le mura della stanza.
Non tutti però, qualcuno continua a scalpitare nel tentativo di trovare una vera e propria uscita d’emergenza sulla questione.
Se domani, sotto quello stesso sole che oggi non dispiace, qualcuno dovesse accusare un malore, chissà se non sorga spontanea una domanda. Era questa l’unica alternativa? Un servizio che crea disagio non è forse un servizio a metà?