BRINDISI- Sono diverse, dal Wwf a Italia Nostra, da Legambiente a Peacelinik, le associazioni ambientaliste che sollecitano un Intervento immediato contro le nuove disposizioni che , a loro dire, rendono il rigassificatore ancora più pericoloso per la salute. È di pochi giorni fa, dicono dalle associazioni, la notizia che il Ministero dell’Ambiente, portando avanti la procedura, ha modificato la prescrizione che imponeva di utilizzare solo gas a “miscela leggera” consentendo anche l’impiego di “miscela pesante” con un differenziale di CO2 da compensare.
La perdurante minaccia del rigassificatore, quindi, continua ad incombere come una cappa di piombo sul destino del nostro territorio e ne condiziona lo sviluppo condannandolo ad una crisi resa più acuta dai pesanti effetti della congiuntura economica generale. Una situazione che ha indotto il Presidente della Corte d’Appello del distretto di Lecce Mario Buffa il quale, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, a mettere in evidenza la gravità della questione ambientale a Brindisi sottolineando che nel caso del rigassificatore «si è avuta piena conferma della ipotesi accusatoria sulla natura illecita di un’operazione che era destinata ad influire gravemente sull’ambiente».
Una situazione paradossale, da tragica commedia dell’arte dicono le associazioni: di fronte alla confisca della colmata destinata ad ospitare l’impianto, di fronte alla sbandierata decisione della British Gas di abbandonare il progetto l’impianto sembra sopravvivere a se stesso grazie alla burocrazia ministeriale.