Cronaca

Uno scudo contro il racket, i balneari dicono No al pizzo

LECCE- Dopo i fatti di Ugento e quelli di S. Foca, dopo le due maxi operazioni di polizia -Tam Tam- e carabinieri -Network- che hanno fotografato la mano lunga del racket delle estorsioni sui lidi salentini di entrambe le coste, Federbalneari ha deciso di innalzare uno scudo contro la criminalitĂ .
Tutti gli associati delle province di Lecce, Brindisi e Taranto si sono dati appuntamento a Gallipoli, per un incontro rigorosamente a porte chiuse, per definire la cosa ufficialmente. E lo faranno inserendo nello statuto l’obbligo, per ogni gestore di un lido, di iscrizione ad un’ associazione antiracket, una qualunque del territorio.

L’assemblea straordinaria è stata convocata all’indomani dei 40 arresti nei confronti dei gruppi criminali che imponevano ai gestori il pizzo e l’assunzione di uomini di fiducia del clan o anche il controllo diretto nei cosiddetti servizi di guardianìa e dei parcheggi.

“Spesso -spiega il presidente di Federbalneari Salento Mauro Della Valle- la gente sotto scacco non sa a chi rivolgersi. Oggi noi diamo a tutti i colleghi la possibilitĂ  di conoscere le associazioni. Diamo una guida, li indirizziamo, perchè non ci si rivolga mai piĂą a “soggetti strani”. Un vero e proprio scudo piantato nella sabbia e sugli scogli, lungo lo Jonio e l’Adriatico. Per non cedere, per non avere paura.

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