59 milioni di euro a Lecce, 15 a Brindisi, 45 a Taranto. È la voragine dei crediti da recuperare nelle tre province salentine. i dati, forniti dalla Banca d’Italia, svelano il buco nero nei conti delle imprese, buco figlio della stretta delle banchee della conseguente crisi di liquidità delle aziende che, di fronte ai rubinetti a secco degli istituti di credito, non fanno altro che aumentare il ricorso agli intermediari, a loro volta altre banche o società specializzate che, per conto degli imprenditori, hanno il compito di riscuotere i crediti rimasti congelati.
Un circolo più vizioso che virtuoso, visto che sull’anello intermedio della catena c’è chi, ovviamente, ci guadagna. “La crescente insolvibilità spinge le imprese a ricorrere alle società di factoring, ma le banche e gli intermediari devono ridurre le commissioni e gli interessi applicati su questo tipo di operazioni”, dice infatti il Presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza.
I problemi più importanti si riscontrano nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Quando questa ritarda nei pagamenti e i fornitori non riescono a riscuotere in tempi brevi i loro crediti, l’alternativa al fallimento è la stipula di un contratto di ‘factoring’, appunto, con una società che si occupa di gestioni creditizie e che oltre alla riscossione, garantisce una serie di servizi, a cominciare dall’anticipazione di una somma rispetto alla data d’incasso. Certo, è un’occasione per rimanere a galla e che in molti hanno, per forza di cose, dovuto cogliere. Senza, però, i ‘ma’.
Per usufruire del factoring, si paga d’altronde una commissione e se si chiede un anticipo sulle somme da riscuotere, si devono corrispondere pure gli interessi. Ed è proprio su questo che si sono scatenati gli appetiti. “Alla fine dell’anno scorso – fa sapere Confartigianato – i tassi d’interesse applicati dalle banche sulle nuove operazioni di prestito alle imprese risultavano più alti rispetto al passato. Questo ha permesso alle società di factoring di muoversi meglio sul mercato e di incassare di più. Con la conseguenza che la nuova boccata d’ossigeno per gli imprenditori locali ricalca sempre più i contorni di un’illusione”.