Cronaca

Condanna “esemplare” per il furto di ulivi. Con Xylella sono ormai beni intoccabili

SAN PIETRO VERNOTICO- Quattro anni di carcere ciascuno, multa e interdizione dai pubblici uffici per cinque anni: questa la condanna per i due imputati accusati di furto di alberi d’ulivo in concorso. Ad essere contestata anche la violenza sulle cose consistita nel recidere i tronchi mediante l’uso di motosega. Rubare alberi d’ulivo sradicandoli dal terreno può portare in questo periodo particolare a condanne “esemplari”, come quella inflitta ai due imputati, A.D. L. e A.P., entrambi di S. Pietro Vernotico dal giudice del Tribunale di Lecce Francesca Mariano. Il furto è avvenuto in una campagna di Trepuzzi, in località Case Bianche, il 9 marzo 2018. A denunciarlo i proprietari che avevano messo in moto le indagini dei carabinieri. Il giudice è andato persino oltre le richieste del Vpo d’udienza Vito Aprile che erano state di tre anni. Nella sua requisitoria ha sottolineato il particolare contesto storico nel quale si inquadrano i furti di ulivi sani, i pochi rimasti dopo la diffusione del batterio  Xylella, diventati quindi beni intoccabili. Al di là del mero valore economico del bene, la gravità dei fatti, quando si attacca un albero, è amplificata dal momento davvero difficile che vive il nostro territorio.

Il giudice, nella sentenza, ha superato le richieste. Ha accolto quindi le tesi dell’accusa: il taglio selvaggio delle piante a fini lucrativi di aggiunge alla devastazione provocata da Xylella e continua a provocare danni ingenti all’agricoltura e tutto il settore.

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