Ambiente

Investimenti cinesi sul mare di Patù, il sindaco frena: “Piano coste sarà ridimensionato”

PATU’- Il Piano coste di Patù, finito nel mirino della Capitaneria di Porto e negli appetiti di investitori internazionali, sarà rivisto. Ridimensionato. Nei giorni scorsi, la giunta ha dato mandato ai tecnici per la revisione, ai fini della riduzione del numero degli stabilimenti consentiti e lo stralcio dei pontili galleggianti. Sarà avviata anche una fase di consultazione con la popolazione, dopo le proteste vigorose delle scorse settimane.

“Le previsioni di quel Piano sono effettivamente sovradimensionate per San Gregorio e Felloniche – ammette il sindaco Gabriele Abaterusso – e al destino di questo strumento urbanistico è legato anche quello delle concessioni demaniali”. Il riferimento è alle tre istanze giunte in municipio nei mesi scorsi. Tra queste, anche quella del lido-resort della Kire Immobiliare srl, che ricerca investitori cinesi per il mercato immobiliare italiano. Il progetto ha impatti non indifferenti: una piattaforma in legno e ferro con una “lussuosa casa al mare e un pontile galleggiante che si estende in mare per 80 metri x 11 metri di larghezza”. Javelin Consultants, società londinese azionista di minoranza della Kire, sul suo sito è fin troppo ottimista: “i permessi finali dovrebbero arrivare entro settembre 2018 e il resort sulla spiaggia è programmato per l’apertura all’inizio dell’estate 2019”, ha scritto.

E invece si dovrà aspettare comunque l’approvazione del Piano comunale delle Coste, che Abaterusso punta a chiudere entro fine anno: la riformulazione è attesa nelle prossime settimane, l’adozione da parte della giunta entro fine settembre, poi ci dovrà essere il doppio passaggio in Consiglio e l’ok della Regione. “Ritengo il progetto della Kire molto invasivo – dice il sindaco – soprattutto per le previsione a mare. Si possono capire le passerelle per agevolare la discesa a mare ma una struttura del genere, oltre che invasiva dal punto di vista naturalistico, rappresenta un rischio visto che è in mare aperto”.

Pesa il parere preliminare della Capitaneria di Porto, che ha già annunciato la netta contrarietà a tutte le opere in acqua, pure previste dal Piano comunale iniziale: “solarium galleggianti, piattaforme galleggianti, pontili e passerelle, per caratteristiche e ubicazione, risultano – è scritto – fortemente esposte a fenomeni di risacca e/o mareggiate, che potrebbero danneggiare ovvero provocare un distacco delle strutture, le quali costituirebbero un grave pericolo per la pubblica incolumità”.

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