Gli occhi dei cinesi sul mare di Patù: per il lido-resort si cercano anche investitori inglesi

PATÙ – “È un progetto unico che prevede una lussuosa casa al mare e un pontile galleggiante che si estende in mare per 80 metri x 11 metri di larghezza. La concessione governativa è stata assegnata alla Kire Immobiliare SRL di cui Javelin Consultants è azionista di minoranza. I permessi finali dovrebbero arrivare entro settembre 2018 e il resort sulla spiaggia è programmato per l’apertura all’inizio dell’estate 2019. Javelin Consultants è stato determinante nello sviluppo dello studio di fattibilità per questo progetto che sta già suscitando l’interesse di investitori internazionali”.
Così riporta, con tanto di immagini del progetto, l’home page del sito di una società con sede a Londra. E il mare in questione è quello di Patù, in particolare di San Gregorio.

A presentare istanza di rilascio della concessione demaniale marittima per una “spiaggia libera con servizi” e “pontile galleggiante” è stata Kire Immobiliare srl, cioè Konosko International Real Estate, che “offre servizi professionali a clienti cinesi che vogliono investire nel settore immobiliare in Italia”. Con sede principale a Shanghai e in Cina da 22 anni, ora il gruppo ha puntato su San Gregorio, in particolare sul promontorio che segna la parte sud della baia, l’antico porto messapico di Vereto.

Non solo pedane e una “lussuosa” casa in legno sulla roccia, con salottini e angolo relax. Il pezzo forte è proprio il pontile, dove sistemare, come rappresentato nel rendering, lettini, ombrelloni e persino una piscina.

L’istanza è stata depositata al Comune di Patù il 10 novembre scorso, a un mese esatto di distanza dalla pubblicazione sull’albo pretorio del Piano comunale delle coste. Stando all’annuncio fatto, i permessi finali dovrebbero essere accordati per il mese prossimo. Ma c’è un però. È vero che il Piano, il 18 luglio scorso, è stato escluso dalla verifica di assoggettabilità a Valutazione ambientale strategica e non sarà dunque sottoposto alle maglie strette della procedura di Vas. Non ci sono “impatti significativi”, ha scritto la Regione.

Eppure, quello stesso piano, osteggiato da una buona fetta di cittadini anche perché prevede il prolungamento della costa rocciosa sul mare attraverso sei pontili galleggianti, è finito nel mirino della Capitaneria di Porto. E il suo parere, per quanto in quella fase non ancora vincolante, non si può ignorare. Contrarietà netta, è stata espressa, a “tutte le opere e le strutture che si prevedono di realizzare in mare”, anche per via di una documentazione che per la Guardia costiera è carente.
Si ritiene ci sia, innanzitutto, un problema di sicurezza, perché “solarium galleggianti, piattaforme galleggianti, pontili e passerelle, per caratteristiche e ubicazione, risultano fortemente esposte a fenomeni di risacca e/o mareggiate, che potrebbero danneggiare ovvero provocare un distacco delle strutture, le quali costituirebbero un grave pericolo per la pubblica incolumità”. Nulla si dice, poi, in merito all’ancoraggio dei pontili sul fondale. Non un fondale qualunque, tra l’altro, archeologicamente importante.

 

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