LECCE- La vicenda è quella del Samsara, il lido più noto della Puglia, ma la portata della questione è molto più ampia e va a interessare l’intero comparto balneare salentino. La decadenza della concessione demaniale e delle autorizzazioni per lo stabilimento di Gallipoli sono nelle mani del Tar, a cui in mattinata è stato chiesto di pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva, per congelare la rimozione della struttura. La decisione è attesa nelle prossime ore e tiene col fiato sospeso tutti gli imprenditori del settore, oltre ai clienti fedelissimi della spiaggia ionica.
La società Sabbia d’Oro srl, difesa dagli avvocati Danilo Lorenzo e Andrea Sticchi Damiani, ha impugnato il provvedimento del Comune. Un atto dovuto, secondo il sindaco Stefano Minerva, dopo il verbale della Capitaneria di Porto, che ha contestato il “mutamento sostanziale non autorizzato dello scopo per il quale è stata assentita la concessione e per inadempienza degli obblighi derivanti dalla stessa e di quelli imposti dall’ordinanza balneare della Regione Puglia del 2 maggio 2017”. In parole povere: il lido si sarebbe trasformato in una discoteca sulla spiaggia, con migliaia di frequentatori.
La tesi che porta avanti la difesa è chiara: l’attività di intrattenimento non avrebbe sacrificato quella balneare, anche perché svolta solo in alcune ore della giornata. La circolare di interpretazione autentica fornita dalla Regione Puglia nei giorni scorsi dovrebbe incidere non poco, a favore della società. Che la questione non riguardi solo il Samsara lo conferma appunto anche il fatto che al suo fianco abbia deciso di costituirsi Federbalneari.
A rischio, ci sono, per gli stessi motivi, altri lidi a Gallipoli e a Porto Cesareo.
