Cronaca

Ilva, il muro dei Magistrati sul Decreto

TARANTOBraccio di ferro, tra Procura e Governo, sul Decreto-Legge ‘Salva-Ilva’. Se da una parte infatti l’esecutivo difende il testo  con il Premier Mario Monti che si dice “fiducioso” per un provvedimento “approfondito in ogni aspetto, a cominciare da quelli di costituzionalità”.

Dall’altra, dal Palazzo di via Marche a Taranto, parlano di perplessità sul Decreto e preparano le contromisure.

“Non possiamo permettere che in Italia ci sia la drammatica alternativa tra lavorare e vivere – spiega il Presidente del Consiglio – La priorità perseguita è stata quindi quella di rimettere in ordine le diverse responsabilità affinché gli impegni vengano presi seriamente e con sanzioni severissime, perché non si può cadere nella trappola di pensare che la produzione moderna sia incompatibile con la salute e l’ambiente”.

La reazione che arriva alla Procura di Taranto non appare, però, altrettanto conciliante. Su questo Decreto “a prima vista nascono dei dubbi e delle perplessità. Dobbiamo studiare bene il provvedimento – dichiara il Procuratore Capo Franco Sebastio e sottolinea: “Dovremo approfondire la questione che è di una certa complessità. Dopo di che prenderemo le nostre decisioni”. La Procura starebbe valutando l’eventualità di chiedere al Tribunale del Riesame che sia proposta eccezione di incostituzionalità o di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.

Un’ipotesi sulla quale anche l’ANM sembra d’accordo: “Il Governo – afferma il Segretario dell’Associazione Magistrati, Maurizio Carbonesi è assunto la responsabilità di vanificare le finalità preventive dei provvedimenti emessi per salvaguardare la salute della collettività. Un sequestro preventivo non può essere sospeso da un Decreto-Legge”. Di tutt’altro avviso il Ministro Corrado Passera. “Abbiamo fatto grande attenzione ai vincoli di costituzionalità – spiega – Sarebbe stato inutile un Decreto viziato da questo punto di vista. È un Decreto che prevede una forte pressione sulla proprietà. Nessun ritardo verrà accettato”.

Il Ministro della Giustizia, Paola Severino, invita a guardare la vicenda con equilibrio. “Credo che nei casi difficili si debba cercare di non ricorrere alle estremizzazioni – sottolinea – Il caso Ilva è un caso difficile perché bisogna coniugare il diritto dei cittadini alla salute con i livelli occupazionali che rischiavano di essere fortemente compromessi. Il provvedimento ha cercato di tener conto di tutto questo”.

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