Cronaca

Cantiere Tap fermo, ore d’attesa: al Ministero l’ultima parola

MELENDUGNO-  Melendugno e l’intero Salento restano col fiato sospeso: dopo la diffida del Comune a Tap a non andare avanti con l’espianto di 211 ulivi, la multinazionale ha fermato i lavori. Si guarda a Roma: si attende dal Ministero dell’Ambiente il definitivo via libera o stop al cantiere.
Sono, questi, i giorni clou di tutta la vicenda e di anni di guerre incrociate a più livelli. Nel pomeriggio di giovedì, da tutta la provincia sono arrivati nelle campagne di Melendugno per far sentire la propria contrarietà al gasdotto. Per tutta la notte, le ronde degli attivisti hanno presidiato il cantiere, pronti a chiamare tutti a raccolta in caso di movimenti sospetti.

La decisione che dovrebbe arrivare nelle prossime ore da Roma segnerà il passo: si attende, infatti, la lettera di risposta alle richieste di chiarimento, le ennesime, inviate dalla Regione Puglia due giorni fa. Dal Ministero, infatti, si vuole sapere se è vero oppure no che la società svizzera abbia le carte in regola per proseguire con lo spostamento degli ulivi. Non sono bazzecole: con quell’attività si darebbe concretamente inizio al cantiere, come non si è potuto fare la scorsa primavera, quando le autorizzazioni al trasferimento degli ulivi non c’erano. Secondo il Comune e la Regione, non ci sono ancora, a dire il vero, perché per l’espianto degli alberi non sarebbe sufficiente l’ok dell’Ufficio provinciale Agricoltura, al contrario di quanto sostiene Tap.

È su questo che il Ministero deve pronunciarsi, chiarendo se le prescrizioni imposte alla multinazionale del gas siano state o meno ottemperate. Dopo l’affermazione delle scorse ore di Tap, l’avanti tutta con i lavori, in mattinata si è scelta la linea più morbida, quella dell’attesa. Probabilmente suggerita anche per evitare possibili scontri.

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