Cronaca

La Cittadella della ricerca rischia di chiudere, Zara: “Disattiveremo i corsi, impegni non onorati”

BRINDISI- Quale sarà il futuro del polo universitario di Brindisi? L’impegno a rilanciarlo con un’offerta formativa per gli studenti che frequentano la cittadella della ricerca c’è, a patto che le istituzioni locali facciano la loro parte. Si tratta di un impegno economico, e deve essere certo e immediato.
Il rettore di Unisalento Vincenzo Zara in questi giorni ha messo le cose in chiaro: gli impegni finanziari assunti dagli Enti locali a sostegno del polo universitario di Brindisi non sono stati mantenuti e ciò sta determinando «una grave esposizione finanziaria per l’Università che, nonostante tutto, sta continuando a erogare prestazioni e servizi di didattica e di ricerca con oneri esclusivamente a proprio carico». Il presidente della provincia di Brindisi Maurizio Bruno ha chiesto un incontro ufficiale per discutere della grave situazione che si sta verificando nel mondo accademico brindisino, dove i corsi di laurea della cittadella della ricerca rischiano di chiudere nel prossimo anno accademico. Il tavolo si svolgerà il prossimo 13 ottobre e saranno presenti anche il sindaco Angela Carluccio e il presidente della Regione Emiliano.  

Il rettore Zara, conti alla mano, ha fatto il punto della situazione: Lo scorso maggio il Comune di Brindisi aveva comunicato la disponibilità a corrispondere una somma di 50mila euro, a fronte di ben più consistenti oneri economici assunti a proprio carico sulla base delle convenzioni sottoscritte : quasi 800 mila euro all’anno. Quelle convenzioni avrebbero così dovuto garantire, assieme a quelle già stipulate con la Provincia di Brindisi per i servizi di portierato/reception e di pulizia (e per le quali la Provincia ha comunicato di non essere più disponibile), il sostegno economico necessario al mantenimento delle attività didattiche dell’Università del Salento presso la Cittadella di Mesagne. «A tutt’oggi non solo non è previsto alcun contributo per il futuro», dice il Rettore, «ma l’Università vanta ancora rimborsi di spese già sostenute nelle annualità 2012-2014 sia per convenzioni in essere che per i relativi atti aggiuntivi, per un importo complessivo di circa 3 milioni di euro».

Ben diverso doveva essere lo scenario, almeno sulla base dello “spirito di collaborazione istituzionale” invocato dal Presidente della Regione a maggio. Insomma, i tempi stringono e l’ultimatum dato da zara è per il 30 novembre prossimo.

In base a quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, infatti, nell’ipotesi in cui non si procedesse con atti concreti, entro il 31 gennaio 2017, a garantire un supporto economico almeno pari un milione di euro, l’Università del Salento sarà costretta a disattivare già a partire dall’anno accademico 2017/2018 l’offerta formativa erogata nel territorio di Brindisi. Il messaggio è chiaro: Ognuno deve fare la propria parte».

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