Cronaca

Erosione costiera, il Prof. Basco: “In tre anni situazione precipitata. Subito interventi di ripascimento”

LECCE-Il Salento è una delle mete turistiche più gettonate. Punta di diamante, come risaputo, è il mare. Ma il problema che persiste, e che ogni anno sembra diventare un rischio per le stesse strutture turistiche e per l’insieme delle attività economiche, anche delle aree interne, è quello legato all’erosione costiera.
Vuoi per il maltempo, vuoi per le mareggiate, ogni anno ci si ritrova con un pezzo di sabbia in meno. Lo ha persino constato di persona il professor Dave Basco, direttore del Coastal Engineering Center dell’Old Dominion University. Dal 2013, anno in cui ha avuto modo di essere qui nel Salento, ad oggi, il professore americano ha notato come un tratto della litoranea di San Cataldo sia diventato molto più piccolo rispetto a quello che ha visitato tre anni fa.

La situazione, quindi,  è più grave del previsto. Da qui il suo consiglio di prendere subito dei provvedimenti, senza più rimandare. “Bisogna agire adesso -afferma Basco, vincitore quest’anno del titolo di ingegnere costiero mondiale– con interventi di ripascimento sulle spiagge utilizzando  materiale preso da siti esterni”.

In America -racconta- il compito di individuare i siti da cui prelevare la sabbia, spetta agli scienziati o ai geologi. Poi l’ingegnere progetta l’intervento e definisce i costi. Ai politici, invece, spetta il compito di individuare le fonti da cui attingere per poi procedere con le opere da realizzare. Il tutto senza ovviamente dimenticare l’obiettivo ultimo: salvaguardare il mare, quindi il turismo. Cosa che forse a volte -secondo il professore Americano- il nostro Salento dimentica.

Il mare, la spiaggia, sono le risorse principali dell’economia turistica del nostro territorio. Un bene da salvaguardare e di cui prendersi cura. Magari, come afferma il professor Roberto Tomasicchio, docente ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime, con una programmazione definita, così come accade già in Emilia Romagna e nel Veneto. E inoltre, si dovrebbe chiedere alla Regione Puglia di poter contare su un Unico Ufficio in grado di occuparsi dell’aspetto sia tecnico che ambientale del problema.

E.P.

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