CronacaEconomia

93 medici e infermieri ‘in scadenza’, ma i soldi non bastano

LECCE – Entro fine mese, la sanità leccese potrebbe dover fare a meno di 70 medici e 23 tra infermieri e tecnici. Se non di tutti, comunque di una buona parte. Il loro contratto, in scadenza nei primi giorni della prossima settimana, verrà sì prorogato fino a fine ottobre, dopodichè è buio fitto.

Nelle scorse ore, nell’incontro convocato a Bari tra  l’Assessore regionale alla Sanità Ettore Attolini e i Direttori generali di tutte le Asl pugliesi, sono venuti fuori i numeri e i termini, impietosi anche per Lecce.

Se tutti i contratti dovessero essere confermati, infatti al 31 dicembre, via Miglietta sforerebbe il limite di spesa di 1.387.361,07 euro. Il tetto imposto da Bari, che è pari al 50% di quanto si è speso nel 2009, non dovrebbe superare i  12.848.385,63 euro. Se tutti i contratti dovessero essere prorogati, invece, la Asl arriverebbe a sborsare 14.235.746,69 euro.

Insomma, se pure l’azienda leccese è rimasta nel perimetro della spesa generale del personale, lo splafonamento del 2° parametro, quello relativo ai contratti a tempo determinato, non consente molti margini di manovra e anzi, lega le mani alla Direzione della Asl.

Lo sforamento è stato causato da due altri fardelli, che nel corso di quest’anno sono andati a gravare sul capitolo di spesa destinato agli incarichi a scadenza. Da un lato, ci sono i costi sostenuti, per i primi 6 mesi dell’anno, per garantire il mantenimento dei rapporti di lavoro dei 100 addetti al trasporto oncologico, fino a quando, a luglio, non sono stati assorbiti dalle onlus.

Dall’altro, ci sono i 42 dirigenti medici su cui si è abbattuta la mannaia della Corte Costituzionale sulle stabilizzazioni. Le risorse per il rinnovo del loro contratto, non più a tempo indeterminato, sono state attinte sempre dallo stesso calderone, che ora langue. E sono proprio questi professionisti l’altro grande capitolo rovente, perchè il loro rapporto di lavoro, che terminerà nelle prossime ore,  potrà essere rinnovato tranquillamente fino al 20 novembre, per esaurire poi però, i 6 mesi di proroga concessi da Bari.

Ecco perchè la questione è diventata, più che un grattacapo, una vera patata bollente nelle mani dei Direttori generale, sanitario e amministrativo, che si riuniranno lunedì, per partorire una decisione entro martedì.

La strada che si sta percorrendo è quella di chiedere ai Direttori di ospedali e distretti di rivedere la mappa del fabbisogno, reparto per reparto, per capire come utilizzare al meglio il personale di ruolo, nella previsione che non tutti i posti possano continuare ad essere coperti.

Insomma, si corre ai ripari, con l’acqua alla gola. Contando anche che i contratti di altri 15 infermieri  e un medico scadranno a novembre e ulteriori 6 a dicembre.

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