Sarà l’ascolto protetto della minore a ricostruire cosa è accaduto la sera in cui, stando a quanto ha denunciato, è stata molestata dal branco.
È il 18 ottobre del 2024. Siamo a Ruffano, località “Mucolone”, una zona isolata e buia del paese. Qui una ragazza di soli dodici anni sarebbe stata aggredita da tre amici, due quindicenni e un 16enne, tutti residenti nella stessa zona, attualmente indagati.
Ora, a distanza di quasi un anno dall’episodio, il procuratore dei minorenni di Lecce Simona Filoni e il sostituto Paola Guglielmi, hanno avanzato al gip la richiesta di procedere con l’incidente probatorio per ascoltare la vittima della presunta violenza di gruppo, che intanto ha compiuto 13 anni.
Secondo le pm l’ascolto protetto è necessario per cristallizzare le condotte degli indagati, delineare la sequenza degli eventi e prevenire che il trascorrere del tempo interferisca con i processi di memoria, alteri la raccolta delle prove o aumenti lo stress della vittima, già profondamente provata.
In questo senso, la perizia psicologica sarà fondamentale per valutare le condizioni della ragazza, la sua idoneità a rendere testimonianza e l’attendibilità del racconto.
Nello stesso provvedimento è stata chiesta la proroga delle indagini, per raccogliere altri elementi utili.
La vittima, assistita dall’avvocato Chiara Fanigliulo, ha raccontato di essere stata condotta in un boschetto, dove l’amico 16enne l’avrebbe afferrata alla testa e spinta con forza contro il proprio corpo. Con l’aiuto di uno dei due quindicenni, mentre l’altro assisteva ridendo, la ragazza sarebbe stata immobilizzata, tenuta per i polsi, denudata e palpeggiata. Solo dopo averle sottratto il portafoglio, contenente 52 euro, i tre si sarebbero allontanati, lasciandola in stato di shock, tra le lacrime e dolorante. Sempre secondo la denuncia della giovane, il 16enne allontanandosi l’avrebbe minacciata, intimandole di non sporgere denuncia e paventando gravi ritorsioni in caso contrario. Solo nei suoi confronti, infatti, si aggiunge l’accusa di minacce. L’intero gruppo, invece, risulta indagato per violenza sessuale di gruppo aggravata e rapina impropria.
Diversa, invece, la versione fornita dai tre ragazzi, assistiti dagli avvocati Alvaro Storella, Mario Urso e Carmela Palese, che hanno sempre sostenuto si trattasse di un incontro consenziente e concordato.
La proroga delle indagini permetterà anche di chiarire il contenuto dei cellulari, sequestrati dai carabinieri. Il 16 marzo scorso, l’ingegnere Antonio Ratano, perito incaricato dalla Procura, ha depositato la perizia sui telefoni dei quattro minori. Tra chat e messaggi sarebbero emerse immagini a contenuto pedopornografico, che potrebbero aprire altri scenari ma la cui provenienza e il cui impiego deve essere ancora chiarito.
Nei prossimi giorni sarà il gip a decidere se accogliere la richiesta delle pm, consentendo così l’ascolto della minore, che rappresenta un passaggio determinante per lo sviluppo delle indagini.
Francesco Schiavano
