Otranto si trasforma ancora una volta in un crocevia di voci, esperienze e domande. La diciassettesima edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo, in programma dal 3 al 6 settembre, sceglie di collocarsi nel cuore della città, nello scenario antico di Largo Porta Alfonsina, per restituire alla comunità lo spirito di un’agorà aperta, dove riflessione e confronto diventano antidoto al caos e alla violenza presente.
Al centro dell’edizione 2025 del Festival, infatti, ci sono temi cruciali e drammaticamente attuali: la crisi in Medio Oriente e il conflitto tra Ucraina e Russia, il diritto di cronaca e il giornalismo indipendente ai tempi della guerra, il cambiamento climatico in rapporto al cibo, le sfide della Blue Economy, ma anche questioni che affliggono dimensioni più personali dell’esistenza come suicidi e femminicidi, la lupara bianca, la parità di genere, in un momento storico che vede aumentare tragicamente ogni giorno il tasso di violenza dell’esistere.
Tra i momenti più attesi del Festival, come sempre, la cerimonia di consegna del Premio Caravella del Mediterraneo, che ogni anno celebra figure di alto profilo impegnate nella difesa della libertà, della pace e dei diritti umani. Di grande spessore anche i personaggi insigniti quest’anno: il 5 settembre il Premio verrà consegnato infatti a Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa, simbolo di dialogo e convivenza in una terra dilaniata dal conflitto, e a Nello Scavo, inviato speciale di Avvenire, testimone diretto dei conflitti globali e voce autorevole nel racconto della guerra. Il 6 settembre i riconoscimenti verranno invece assegnati al generale Guido Geremia, comandante della Guardia di finanza per la Puglia, alle giornaliste Mariangela Pira di Sky Tg24, e Silvia De Santis, reporter della trasmissione “Carta Bianca”, a monsignor Francesco Neri, vescovo di Otranto, per l’impegno costante in difesa della dignità umana e della pace; ad Alessandro Sallusti, direttore de “Il Giornale”, osservatore come sempre diretto e, se occorre, caustico.
Il Festival Giornalisti del Mediterraneo, anche quest’anno, non si limita a raccontare. È, piuttosto, un invito a pensare insieme. A non farsi travolgere dai proclami e dalle semplificazioni, ma a cercare, nel confronto e nell’ascolto, un filo logico – e umano – capace di dare senso al presente. E così Otranto, per quattro giorni, torna ad essere molto più di una città sul mare: diventa una piazza mediterranea di dialogo, un luogo dove il giornalismo si mette al servizio della collettività, non solo per informare, ma per comprendere.