BariCronaca

Corruzione elettorale Cataldo-Maurodinoia, Regione non è parte civile

La Regione Puglia e il Comune di Grumo Appula non si sono costituiti parte civile all’udienza preliminare davanti al gup di Bari Susanna De Felice, nel processo a carico di Sandrino Cataldo, fondatore del movimento politico Sud al Centro; di sua moglie Anita Maurodinoia, ex assessora regionale ai Trasporti dimessasi ad aprile 2024 dall’incarico e dal Pd dopo l’arresto del marito e di altri indagati; dell’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli e di altre 15 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale alle comunali di Grumo Appula e alle regionali del 20 e 21 settembre 2020, e alle comunali di Triggiano del 3 e 4 ottobre 2021. L’udienza riprenderà il 17 ottobre.

Hanno chiesto invece di costituirsi parte civile, tra gli altri, un maresciallo della Gdf vittima di calunnia, l’Asl Bari per la vicenda dei certificati medici falsi, il Comune di Triggiano, il Circolo Pd università, ricerca, formazione, cultura Terra di Bari e Francesco Rutigliano, candidato sindaco perdente a Grumo.

Secondo l’accusa, Cataldo sarebbe stato promotore del sistema che avrebbe procacciato voti a pagamento nelle diverse tornate elettorali. L’ex assessora Maurodinoia, soprannominata “Lady preferenze”, fu eletta nel consiglio comunale di Bari nel 2019 nel movimento politico fondato dal marito con oltre 6mila voti. L’anno dopo, candidata alle regionali con il Pd, ottenne quasi 20mila preferenze.

Articoli correlati

Esplosione a Castel D’Azzano: un Carabiniere rimasto ucciso era di Taranto

Redazione

Taranto, gioco illegale: le Fiamme Gialle sequestrano 22 apparecchi

Redazione

Taranto, Divisione Polizia Anticrimine: il bilancio dell’ultimo anno

Redazione

Spari nella notte a Casarano: quattro colpi di pistola contro un’abitazione

Redazione

Decaro sul treno coi pendolari: “Trasporto pubblico più efficiente per tutta la Puglia”

Redazione

Caso mensa: a Taurisano si dimette l’assessora Carolì. A Veglie il tar “boccia” La Fenice

Redazione