CronacaLecce

Omicidio Afendi, si apre il processo contro Sarcinella: in aula i testimoni

Ha preso il via dinanzi alla Corte d’Assise di Lecce, presieduta dal giudice Pietro Baffa, nell’aula bunker del Borgo San Nicola, il processo per l’omicidio di Antonio Amin Afendi, il 33enne di Casarano ucciso a sangue freddo il 2 marzo del 2024 nel cuore del centro cittadino. A rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi è Lucio Sarcinella, 29 anni, anche lui di Casarano, reo confesso del delitto. L’udienza si è aperta con la deposizione degli agenti di polizia giudiziaria che hanno ricostruito la scena dell’omicidio e con l’ascolto dei primi testi. Secondo quanto ricostruito in aula, Sarcinella, che ha assistito a tutto il processo dietro le sbarre, avrebbe sparato tre colpi di pistola con una calibro 357 Magnum, contro Afendi, colpendolo al torace e all’addome mentre quest’ultimo si trovava nei pressi di un bar di via Lupo. La vittima è morta sul colpo. Motivi personali, confessò poco dopo Sarcinella, dichiarazioni che però convinsero del tutto la Procura che le bollò come “generiche e poco circostanziate”. Tanto più perchè l’omicidio sarebbe “maturato in un contesto di elevata consistenza criminale, contesto nel quale Lucio Sarcinella era pienamente inserito”, scrisse la sostituta procuratrice della DDA, Capano. Proprio Afendi, secondo gli investigatori, era destinato a prendere le redini del clan dopo l’eliminazione del boss e il ferimento del suo braccio destro Luigi Spennato in un agguato del 2019. Accanto a Sarcinella, in un procedimento separato, sono imputati anche Andrea Sabato, 26 anni, accusato di complicità nell’omicidio per aver guidato l’auto da cui Sarcinella sarebbe sceso per sparare, e Mine Shabani, 22 anni, compagna di Sabato, accusata di favoreggiamento. I tre si sarebbero mossi insieme quella mattina, prelevando l’arma nascosta in una zona di campagna lungo la provinciale Casarano-Taurisano, per poi cercare Afendi nel centro cittadino. Il giudice per le indagini preliminari Stefano Sala rigettò la richiesta di accesso a un rito alternativo per Sarcinella, confermando la sussistenza della premeditazione. Il giovane è imputato anche per furto e detenzione illecita di armi, reati legati alla sottrazione della pistola poi usata per l’omicidio.

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