EvidenzaLecceSport

Lecce, i conti, in campo, non tornano

L. Gotti, allenatore US Lecce

LECCE – Meno sei rispetto alla passata stagione quando la squadra giallorossa allenata da D’Aversa aveva raccolto undici punti, poco meno di un terzo dell’intero bottino utile per tagliare il traguardo salvezza raggiunto con Gotti in panchina. Il tecnico veneto portò tranquillità e idee chiare in una squadra che non era più capace di esprimersi come aveva fatto ad inizio torneo.
Pochi ritocchi, concetti chiari. E non più il 4-3-3 a tutti i costi. Così Gotti si è guadagnata la salvezza e la conferma sulla panchina del Lecce. Il difficile (non che prima fosse semplice) viene sempre dopo.

Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Qualche risultato negativo può minare il cammino della squadra, l’umore dello spogliatoio e della piazza. A Udine, a fine partita, la piazza si è fatta sentire. Gli oltre mille tifosi,  che con pullman e auto proprie hanno attraversato l’Italia per amore di quella maglia, hanno alzato la voce oltre il novantesimo chiedendo con toni decisi più impegno. Cambiare registro spetta al tecnico e alla squadra. Con ogni modulo e con ogni accorgimento che possa far girare meglio la giostra. Il problema principale di questa squadra è il gol. Fuori casa si segna poco; in casa un pochino di più, ma giusto un pochino.
C’è un problema allora o forse più di uno. Da cosa dipende lo dovrebbe sapere Gotti. In attacco la pedina intoccabile è Krstovic: il montenegrino non si tocca. Anche perché forse non ha un’alternativa autentica. L’attaccante si batte, corre, ma la porta la vede sempre meno. Perché lontano, perché in area palloni ne arrivano pochissimi. Al reparto offensivo sta mancando Banda. Senza il calciatore zambiano Gotti si è affidato a Dorgu: il danese sull’asse di Gallo sembrava funzionare molto bene. L’arrivo di Rebic lo ha fatto traslocare a destra. Nell’impianto avanzato, con il 4-2-3-1, sulla linea di trequarti hanno giocato un po’ tutti: Rafia, Oudin (ma non è da undici titolare?), Berisha, Rebic. Contro il Milan il Lecce si è schierato con il 4-3-3; con l’Udinese si è tornati al 4-2-3-1. Uomini e disposizione in campo dipendono pure dal tipo di avversario da affrontare, ma continui cambiamenti rischiano di generare un po’ di confusione nella squadra. Gotti deve cercare al più presto la quadra, garantire continuità di idee e uomini. Sperando magari che alcuni volti nuovi arrivati in estate siano quelle risorse che possono incidere a gara in corso. Oggi al Lecce manca proprio questo: la marcia in più dalla panchina. Marchwinski trova posto solo in panchina. Pierotti, invece, non riesce a garantire, pare, quel rendimento necessario per imporsi nell’undici titolare. Gotti ha appena recuperato Sansone e aspetta Kaba, Berisha e Bonifazi. Più calciatori a disposizione significa avere più scelte e più soluzioni. Quelle giuste magari.

Articoli correlati

Metà ottobre in sala: tra resilienza, scandali e conflitti

Davide Pagliaro

Incidente sul lavoro a Ruffano, falegname gravemente ferito

Redazione

Scontro sulla SP54: una venticinquenne in codice rosso

Redazione

“Ama la tua terra come te stesso”: tappa a Magliano

Redazione

Carcere, droga nascosta in “doppi fondi”: sequestrato oltre 1 Kg di hashish

Redazione

Narconon Volley Melendugno: l’emozione del debutto casalingo a Lecce

Mario Vecchio