CAPO DI LEUCA – Per tre anni lei, 56enne del Capo di Leuca, avrebbe perseguitato una collega, 54enne della stessa zona. Il motivo: entrambe avrebbero preso una cotta per il proprio capo.
La vicenda, che affonda le radici nel 2019, nelle scorse ore è culminata in una condanna in primo grado per l’imputata ad un anno e mezzo di reclusione e 8mila euro di risarcimento danni. L’accusa: atti persecutori e danneggiamento aggravato. A decidere la giudice Annalisa De Benedictis.
La 56enne finita al banco degli imputati avrebbe vessato la collega con chiamate anonime giorno e notte durante le quali l’avrebbe insultata e minacciata. In due occasioni avrebbe imbrattato l’auto della vittima con vernice nera e poi il cancello della sua abitazione e le facciate delle case accanto. Alla “rivale” in amoree avrebbe spedito più volte anche delle lettere nelle quali la apostrofava come una poco di buono.
Il tutto è confluito in una denuncia che ha dato il La al processo, con la destinataria degli atti persecutori difesa dall’avvocato Mario Coppola che sarà risarcita per l’inferno vissuto per tre anni.