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Il caso -Lidl scuote Palazzo Carafa, dubbi su altre 6 strutture commerciali

Lidl

LECCE – Una matassa ingarbugliata, difficile da sbrogliare. Troppi i nodi da sciogliere, a cominciare da quelli squisitamente giuridici. Il caso-Lidl tiene ancora banco a Palazzo Carafa. La maxi richiesta milionaria della Lidl, colosso tedesco dei supermercati discount, al Comune di Lecce, ha scosso le fondamenta di Palazzo Carafa, già alle prese con mille grane economico-finanziarie. Il lotto in questione ha una destinazione F12, vale a dire attrezzature civili di pubblico interesse. L’annullamento da parte dell’Amministrazione dei provvedimenti autorizzativi per la struttura realizzata in viale della Libertà e la conseguente chiusura del punto vendita “a seguito del mutamento di destinazione urbanistica, da commerciale a uso pubblico”, ha innescato una pericolosa miccia. Perché se è vero che il Comune si è attenuto alle disposizioni dei giudici del Consiglio di Stato, è altrettanto vero che esiste un parere legale che approvava la destinazione di quel terreno quale struttura commerciale privata.

A sottolineare con forza questo aspetto è stato il consigliere Gianpaolo Scorrano che in Commissione controllo ha sventolato il parere positivo dell’Avvocatura sul quale fecero leva i dirigenti comunali dell’epoca – parliamo della giunta Perrone bis – per “certificare”, appunto, che ci fosse compatibilità tra gli strumenti urbanistici vigenti e la destinazione commerciale di quell’area. “L’articolo 58 del decreto legge 112 del 2008 – si legge nella nota – permette agli enti pubblici di dismettere la proprietà di beni non strumentali all’uso pubblico”. E ancora: “La giurisprudenza ritiene ammissibile che il Comune conservi il potere di modificare la destinazione del bene”. Ad una condizione, però, di “rispettare i limiti minimi inderogabili in materia di standard urbanistici”. Tutto scritto nero su bianco. Al di là delle disquisizioni procedurali e dei battibecchi politici, il problema resta. E appare di difficile soluzione.

Sull’immobile di proprietà della Lidl da un lato pende una ordinanza di demolizione e dall’altra è in piedi un processo civile con richiesta di risarcimento milionaria: un rebus che non fa dormire sonni tranquilli agli inquilini di Palazzo Carafa. Nella stessa situazione del colosso tedesco ci sarebbero altre sei strutture commerciali presenti in città. Il rischio chiusura pesa, e non poco, nel caso – ovviamente – dovesse innescarsi lo stesso iter giudiziario. Basti pensare agli eventuali possibili effetti sul piano occupazionale. Un’ipotesi da scongiurare. Il caso-Lidl approderà giovedì in Commissione Urbanistica.

 

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