LECCE – È trattenendo a fatica l’emozione che il Procuratore generale Antonio Maruccia, nel penultimo giorno ufficiale del suo mandato, stila la sua consueta relazione sull’operato della Procura nell’ultimo anno. E così il bilancio operativo illustrato durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario (puoi rivedere la diretta di TeleRama cliccando QUI) si intreccia a quello personale.
Subito dopo il Procuratore entra nel merito dell’evoluzione della criminalità su questo territorio. “Il traffico e la vendita di droga – spiega – restano il core business delle organizzazioni. La Scu si tiene stretto il suo monopolio, con allarmanti segnali di ripresa” chiosa.
Strizzano l’occhio alle consorterie balcaniche i clan locali e se da una parte i rapporti con la mafia siciliana arretrano, dall’altra avanzano quello con la ‘ndrangheta calabrese. Crescono i contatti con le ndrine più importanti, per poter interloquire con i boss ristretti in carcere.
Segue un revival su fenomeni che si confermano ancora imperanti: furti, rapine, raid incendiari, intimidazioni, usura ed estorsioni. Da qui un appello alla collaborazione, rivolto in primis agli imprenditori, considerato l’esiguo numero di denunce.
Non solo nel tessuto economico, come sagre e grandi eventi. Preoccupano anche le infiltrazioni in quello politico, con gruppi mafiosi – spiega Maruccia -impegnati in campagne elettorali. Corruzione e abuso d’ufficio – spiega – sono tanto radicati, quanto subdoli.
Infine un passaggio sulla libertà, da quella dei Magistrati a quella d’espressione, che garantisce informazione e pluralità. In tal senso la vicenda della Gazzetta del Mezzogiorno rappresenta un fallimento per tutti.
E.Fio
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