BRINDISI – Terzultimo posto in classifica con 10 punti in 12 gare, solo uno in più del Sorrento penultimo e 4 in più del fanalino di cosa Monterosi, in casa Brindisi la sirena dell’allarme inizia a suonare in modo vigoroso dopo l’ennesima sconfitta maturata, per 3 a 0, sul campo del Giugliano, squadra che alla vigilia sembrava alla portata e gara che doveva essere quella del rilancio.
La squadra di Danucci però è caduta rovinosamente. Ed è la terza sconfitta consecutiva.
Inutile fare drammi, è presto, ma i numeri sono la cartina di tornasole di un andamento che se non viene cambiato poterà dritto verso la serie D.
La squadra adriatica sta pagando lo scotto nel noviziato in una categoria dalla quale mancava da oltre trentanni.
Sono 22 i gol subiti, terza peggior difesa del Girone C della serie C e solo 11 quelli segnati, quarto peggio attacco, la differenza tra dare e avere è implacabile.
Continua il silenzio stampa ma a rompere il muro del silenzio è il socio Teodoro Arigliano che comunque chiede compattezza, attraverso il sito e la pagina social ufficiale della società scrive che occorre stringere i denti e andare avanti, che bisogna restare uniti ed ai tifosi dice che bisogna guardare avanti ed essere forti.
Andare oltre le difficoltà è la filosofia giusta ma il campo poi è il giudice supremo. E nel prossimo turno, domenica, al Fanuzzi arriva una corazzata del girone, l’Avellino, che punta dritto al salto di categoria e questa non è una buona notizia per una squadra in difficoltà come il Brindisi.
C’è da chiedersi inoltre, visto il silenzio stampa, cosa sta accadendo nello spogliatoio, le esclusioni per scelta tecnica di Ganz, Golfo e De Feo imprimono interrogativi importanti su questo periodo nero dei biancazzurri.
Nel calcio però basta poco, a volte basta una vittoria, un pareggio, a cambiare le sorti di un campionato, basta un bagliore di luce in fondo al tunnel.