SUD SALENTO LECCESE – Un dramma nel dramma. Da una parte un uomo oggi 57enne del sud Salento leccese che sta scontando 17 anni di carcere per aver violentato la figlia per 15 anni, fino a farla restare incinta.
Dall’altra parte la moglie dell’uomo nonché madre della vittima di violenze che, dichiarando di non averne mai saputo nulla, è finita anche lei al banco degli imputati per l’ipotesi di reato di falsa testimonianza, salvo essere assolta nelle scorse ore dal Gip Marcello Rizzo “perchè il fatto non sussite”, come sostenuto dal legale difensore della donna, l’avvocato Mario Coppola. La sentenza è arrivata al margine di un processo con rito abbreviato condizionato.
Una vicenda dai contorni torbidi che ha distrutto una famiglia e più vite e che affonda le sue radici nel 1995, anno in cui il 57enne (attualmente ristretto in carcere) avrebbe iniziato ad abusare della figlia di soli 7 anni, andando avanti fino al 2010 e cagionandole due gravidanze: la prima quando era appena 18enne, interrotta con un aborto volontario, e la seconda nel confluita nel 2011 nel parto di una bimba con malformazioni riconducibili, appunto, alla relazione incestuosa.
Soltanto nel 2018, all’età di 29 anni, la vittima ha trovato il coraggio di denunciare, rompendo anni e anni di silenzio, forte dell’incoraggiamento di un compagno premuroso.
La sua querela ha messo in moto la macchina investigativa: a cristallizzare il reato è stato il test del dna, che ha fatto subito scattare le manette per il padre, suo aguzzino, e successivamente una condanna in primo grado a 30 anni di carcere, ridotta in Appello a 17 anni per i reati di violenza sessuale aggravata e continuata e maltrattamenti in famiglia.
Una storia agghiacciante, un aguzzino e più vittime. Tra queste, si diceva, anche la moglie del padre-padrone nonché mamma della vittima delle violenze sessuali da lui perpetrate. Una donna finita sotto processo per aver negato di essere a conoscenza di tutto ciò che di terribile è accaduto in famiglia e che oggi, stando alla sentenza del Gip, ha detto la verità, configurandosi come l’ennesima vittima di questa storia.
ERICA FIORE