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Baschirotto si racconta a TeleRama: dalla rabbia per il rosso alle emozioni per l’azzurro

L’episodio sta facendo discutere ancora, dai media nazionali a quelli locali, da ex arbitri, opinionisti, giornalisti, il coro è unanime, l’espulsione di Federico Baschirotto, difensore centrale del Lecce, al minuto 55 della gara Monza-Lecce, è ingiusta. Interpretazione errata di Marinelli di Tivoli che non ascolta nemmeno il richiamo della sala video e commette un errore clamoroso.

Baschirotto, ospite a Piazza Giallorossa, ha raccontato la delusione e la rabbia di quei minuti:

Sono andato in anticipo sul pallone, la palla l’ho presa di collo pieno, e l’ho buttata in fallo. Nella dinamica dell’azione, ero in scivolata, il piede era rimasto a terra, avendo la gamba piegata perché ormai avevo calciato la palla, non ho affondato il colpo perché non ne avevo bisogno, il piede è finito sul collo del piede di Colombo, ma era un intervento da gioco normalissimo come tanti, massimo da giallo. L’arbitro però, dopo aver consultato la Var, mi ha detto: resto della mia decisione, mi prendo le mie responsabilità, resta rosso. E io sono rimasto lì incredulo, incazzato, ma non potevo più farci niente se non lasciare la fascia e andarmene negli spogliatoi”.

Federico Baschirotto vuole essere d’esempio per i suoi compagni, si definisce un lavoratore ed è proprio attraverso il lavoro che si raggiungono i risultati:

Voglio essere d’esempio per i miei compagni, magari per quelli più giovani o quelli che sono al primo anno di serie A, perché io sono, in parole povere, un lavoratore. Penso che col duro lavoro si possa ottenere qualsiasi risultato, però ci deve essere dietro determinazione e sacrificio e quindi spero di esserlo, in mentalità, nei momenti difficili per portare a casa il risultato”.

È un ragazzo semplice che lavora sodo per agguantare i suoi sogni e ha gli occhi gonfi di emozioni quando racconta della chiamata in nazionale di Mancini, della sua telefonata, passa dalla rabbia del rosso di Marinelli all’emozione dell’azzurro che spera di vestire ancora, anche con Spalletti:

Avevo visto il numero sconosciuto, quindi ho detto pronto? E la risposta è stata: Sono il mister. il mister, ho detto io e lui mi fa mister Mancini. Non avendo il numero salvato, ho pensato chi può mai chiamarmi. Però ci ho creduto subito … poi mi ha fatto i complimenti. Avevo la pelle d’oca e mi emoziono a parlarne, perché raggiungere certi livelli partendo dal basso è meraviglioso”.

Venerdì arriva il Genoa, lui non ci sarà, ma aiuterà i compagni nella preparazione della gara:

Cercherò di spronarli in questa settimana, per dare il massimo, giorno per giorno, perché questa è la chiave del successo. Anzi se vedrò qualche atteggiamento di gratitudine per questo buon inizio, sarò il primo a riprenderlo, voglio aiutarli a tenere sempre alta l’asticella”.

Infine il messaggio per i tifosi:

Ringrazio i tifosi per il sostegno perché non mancano mai alle partite, tornerò in campo più forte di prima”.

M.C.

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