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Sanità pubblica brindisina ancora in crisi profonda…

BRINDISI – Il nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale di brindisi Maurizio De Nuccio, insieme, ai nuovi direttori amministrativo e sanitario, sta compiendo sforzi notevoli per cercare di tamponare una situazione a dir poco preoccupante, a tal punto da far considerare la sanità pubblica brindisina il fanalino di coda a livello regionale.

Il problema maggiore resta quello della carenza di personale medico e soluzioni attuabili ce ne sono davvero poche. Si può procedere con interventi-tampone, ma l’unico rimedio è quello di cominciare a programmare il futuro, ovviamente nell’ambito di diversi indirizzi rivenienti dal Governo nazionale e dalla Regione Puglia.

Purtroppo, però, non è solo un problema di organici. L’edilizia sanitaria accusa colpevoli ritardi in cui negli ultimi anni nessuno è riuscito ad individuare i responsabili. Sta di fatto che ci sono lavori in corso ormai da lunghissimo tempo, con interi reparti trasformati in cantieri. A questo si aggiunge la mancata trasformazione di alcuni importanti ospedali di provincia i Presidi Territoriali di Assistenza, con la conseguenza di un indebolimento ulteriore dell’offerta sanitaria pubblica e con un accentramento del bisogno presso l’ospedale Perrino di Brindisi.

Un fatto ancora più grave se si prende in considerazione la divisione di emergenza-urgenza, con un pronto soccorso in cui la situazione è divenuta esplosiva.

Il numero di medici è insufficiente e soprattutto per molte unità manca la necessaria esperienza per poter affrontare situazioni a rischio.

E poi ci sono problemi organizzativi e carenze che rendono tutto ancora più difficile. L’ultimo episodio si è verificato ieri sera, poco dopo le ore 22, con quattro ambulanze ferme all’ingresso con le persone a cui avevano prestato soccorso, in quanto non erano disponibili barelle per poter trasferire i pazienti nella struttura. Purtroppo non è la prima volta che accade e probabilmente non sarà l’ultima. Ci rifiutiamo di pensare che l’Asl non abbia le risorse per comprare altre barelle. Piuttosto è possibile che restino parcheggiate nei singoli reparti senza riportarle nel pronto soccorso. Ed allora c’è anche un problema di organizzazione che la direzione sanitaria del presidio dovrà risolvere per eliminare una situazione a dir poco da terzo mondo.

Mimmo Consales

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