TORRE CHIANCA – Rovi, sterpaglie, canne e rifiuti. Si trova un po’ di tutto nel canale Fedita, uno dei tre canali che sfociano nel bacino dell’Idume, a Torre Chianca. Uno scenario desolante. “Siamo invasi da topi, zanzare e insetti di ogni tipo”, urla un residente di passaggio. Il rischio è di beccarsi un’infezione. E intanto c’è invece chi chiede un tributo ai proprietari terrieri, e non solo, anche a quanti hanno la sventura di possedere una casa o una villetta a due passi dal canale, trasformatosi in una jungla impervia, inaccessibile E pericolosa. I Consorzi di bonifica – gli enti chiamati ad assicurare la
conservazione e la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico – chiedono senza dare nulla in cambio. A fronte di un servizio non reso pretendono di riscuotere un fastidioso balzello. E così gli interventi di bonifica e messa in sicurezza restano una chimera.
La bellezza salverà pure il mondo, ma va anche accompagnata a una giustizia sociale reclamata a gran voce da un territorio che merita rispetto e attenzione.
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