Attualità

Legge regionale fermo pesca ricci, focus a Controvento

LECCE- Dal 5 maggio è in vigore il fermo pesca triennale dei ricci di mare nelle acque territoriali della Puglia. La legge, approvata il 28 marzo scorso su proposta del consigliere Paolo Pagliaro, è stata sottoscritta dal presidente Emiliano e da 49 consiglieri regionali. Condivisione unanime, dunque, e non solo a livello politico ma anche popolare, con il plauso di pescatori e ristoratori, mondo scientifico, ambientalisti, consumatori: tutti convinti che lo stop di tre anni sia necessario per ridare ossigeno ad una specie in estinzione, che non è solo una prelibatezza per il palato ma anche una garanzia di equilibrio dell’ecosistema marino.

Ma il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge regionale, perché “invaderebbe” campi di competenza statale. Di questo si è discusso ieri a Controvento, il talk del giovedì sera di Telerama, condotto da Cesare Vernaleone e Walter Baldacconi.

Perché sarebbe infondata l’impugnativa del Consiglio dei ministri? Lo spiegano due ricercatori della cattedra di Diritto costituzionale della facoltà di Giurisprudenza di UniSalento, di cui è titolare il professor Vincenzo Tondi della Mura, il quale ha già preso posizione netta a difesa della legge regionale sul fermo pesca, definendola “eroica”.

Va chiarito che l’impugnativa del Governo non blocca la legge regionale, che resta in vigore finché la Corte costituzionale non si sarà espressa. E ci vorrà almeno un anno. L’auspicio è che possa essere compreso lo spirito della legge, e che il fermo pesca per salvare i ricci di mare possa essere addirittura esteso.

 

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