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Ricci, Ministero vs Regione. Le reazioni: “così perdiamo tempo prezioso”

SALENTO – Una cosa è dire che la Legge regionale andrebbe perfezionata nella sua applicazione, con monitoraggi e ristori per i pescatori autorizzati, che pure la Regione aveva in animo di adottare. Altra cosa è rispedire tutto al mittente, come sta accadendo con l’impugnativa ministeriale, senza capire però quale altra strada percorrere per arginare l’emergenza, ammesso che ne esita una.

È il pensiero espresso all’unisono da associazioni ambientaliste e di categoria a fronte della bagarre in atto.

Francesco Tondi, consigliere regionale di Fedagri Pesca, va dritto al nocciolo della questione. “Il fermo è una misura necessaria, lo abbiamo sempre detto: tre anni sono il tempo giusto per garantire il ripopolamento dei fondali e non è soltanto in gioco il destino dei ricci, ma dell’intero habitat marino. Concordare e pianificare le misure di attuazione della Legge, i controlli e i sostegni alle 200 famiglie pugliesi che dipendevano da questa attività autorizzata: è su questo che ci aspettiamo e auspichiamo un intervento. Va bene dunque perfezionare la Legge, ma non si può non considerare quanto sia necessaria, prima che diventi troppo tardi”.

Fabrizio Santorsola, presidente regionale di Fiba Confesercenti, gli fa eco. “L’impugnazione della Legge si traduce in un rinvio della questione, ma il punto è che il problema resta ed è lì in attesa di una soluzione, improcrastinabile.

Lo Stato e la Regione dovrebbero concentrarsi sul perfezionare l’applicazione del provvedimento. La situazione dei nostri fondali è già ampiamente compromessa, più passa il tempo, peggio sarà per noi. A breve e senza un quadro normativo che disciplini il settore, i ricci scompariranno e quel punto ci sarà ben poco da fare. La Legge regionale invece, basata su dati e studi scientifici, aveva una missione ben precisa. Questo stallo non ha alcun senso”.

La direttrice di Legambiente Puglia, Daniele Salzedo, si sofferma poi sull’aspetto puramente ambientale, “perché è forse questo che sta sfuggendo – sottolinea – il nesso certificato, da studi recentissimi, tra la salubrità dell’habitat marino e la salute della popolazione. E in quell’habitat ogni singolo tassello ha un ruolo cruciale.

Il tentativo di tutelare l’intero ecosistema è la missione le Legge regionale. A fronte del Niet ministeriale, ci aiutasse il Governo a trovare una soluzione valida e lecita per raggiungere lo stesso obiettivo. A fronte di emergenze come questa, bisognerebbe viaggiare tutti nella stessa direzione.

Tra cittadini, associazione e vari livelli istituzionali la battaglia deve essere congiunta. Quello che oggi chiediamo ai nostri governanti è chiaro: l’alternativa qual è?”

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