Attualità

UE “affonda” 500 pescherecci: sirene spiegate e pescatori in rivolta

GALLIPOLI – Le sirene dei pescherecci hanno risuonato all’unisono nel porto di Gallipoli, così come in quelli di tutta Italia, in segno di protesta contro le nuove linee dell’Unione Europea che potrebbero mettere seriamente a rischio il futuro del settore ittico. Tra le misure previste ci sono infatti il divieto di pesca a strascico, vale a dire quella più produttiva per il nostro paese – dalla quale provengono i 2/3 del pescato nazionale -,e la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% con scadenze ravvicinate nel 2024 e nel 2027, per concludersi nel 2030.
Se da una parte questi provvedimenti sono volti a proteggere gli ecosistemi marini, dall’altra finiscono per minacciare la sopravvivenza di un intero comparto, con un impatto devastante su economia, occupazione e consumi.
Ecco perché i pescatori di Coldiretti Impresapesca sono scesi in campo per far sentire la propria voce contro quello che definiscono “estremismo ambientalista”.
L’obiettivo è far arrivare la protesta a Bruxelles e al Commissario alla Pesca ed all’Ambiente, le cui nuove linee di indirizzo potrebbero far affondare 500 pescherecci pugliesi.

L’eliminazione della pesca a strascico senza che siano state previste risorse adeguate per la riconversione aggrava infatti ulteriormente per l’Italia una situazione che nel 2022 ha visto arrivare nel nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto straniero tra fresco e trasformato, spesso “spacciato” per tricolore nei ristoranti.

Giorgia Durante

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