PUGLIA – I maggiori controlli messi in campo hanno ridotto i reati ambientali commessi in Puglia nel 2022. Ci sono fenomeni, però, ancora duri a morire.
È un quadro a tinte fosche quello che emerge dal bilancio delle attività condotte dai Reparti Forestali dei Carabinieri di tutta la regione. Se da una parte i controlli intensificati hanno consentito di prevenire e arginare gli illeciti a danno dell’ambiente, dall’altra ci sono aspetti scottanti che continuano a destare preoccupazione. In primis il consumo illegale di suolo, con gli abusi edilizi notevolmente in crescita, di pari passo al mancato rispetto dei vincoli paesaggistici e idrogeologici.
Seppur in calo, persistono poi le varie forme di smaltimento illecito dei rifiuti, gli incendi boschivi, il bracconaggio, il traffico e commercio illegale di specie protette e in via di estinzione.
Sono i numeri a restituire l’idea di quanta strada ci sia ancora da fare in termini di civiltà e rispetto.
Per la tutela delle aree protette i controlli sono stati intensificati del 165%, con reati contestati aumentati del 40% rispetto al 2021, con un’aumento delle multe che sfiora il 135% in più, sempre rispetto all’anno precedente. Bracconaggio e traffico illecito di specie in estinzione sono cresciuti quasi del 25% e le sanzioni elevate sono da capogiro, sfiorando i 160mila euro.
Il capitolo “inquinamento ambientale” non è di certo più rincuorante: nel 2022 i reati correlati al fenomeno sono aumentati del 50% e le sanzioni sfiorano i 62mila euro.
Passando invece ai dati timidamente positivi, gli incidenti boschivi rispetto al 2021 sono diminuiti del 40% e , di conseguenza, i reati contestati in tal senso. Un dato su tutti, però, fa tremare: il 64% delle fiamme sono di accertata natura dolosa, con 4.460 ettari andati in fumo, principalmente per mano di qualcuno.