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Strefezza: calcio e famiglia, estro, impegno e sorrisi

Gabriel Strefezza, attaccante Lecce

LECCE – Parlando di Gabriel Tadeu Strefezza Rebelato, soprannominato Espeto per la capigliatura, ma per tutti Gabriel Strefezza, è quasi impossibile credere che abbia iniziato calcisticamente come terzino ma è proprio così.

Il ragazzo nato a San Paolo in Brasile ha origini siciliane perché i bisnonni erano di Riesi, Caltanissetta, è cresciuto nel settore giovanile del Corinthians e prima di approdare alla Primavera della Spal, ha provato con il Palermo e con la Lazio, scartato da entrambe. Nella squadra della capitale il NO arrivò da Simone Inzaghi che all’epoca, era l’allenatore della Primavera ed il perché è presto detto: Gabriel per l’attuale mister dell’Inter era troppo basso, i suoi 168 centimetri diventarono l’impedimento. Ed è facile oggi sorridere di fronte ad un giudizio così superficiale specialmente se pensiamo che la leggenda del calcio, Diego Armando Maradona, senza voler fare paragoni, era alto 165 centimetri.

E non solo, perché bisogna evidenziare che quel ragazzino cresciuto a pane e calcio, più calcio che pane, ha attraversato l’oceano per inseguire il suo sogno, ha fatto la sua gavetta, dalla Primavera della Spal all’esordio in prima squadra di essere ceduto in prestito alla Juve Stabia e alla Cremonese, prima di tornare a Ferrara e giocare un buon campionato con 5 gol siglati.

G. Strefezza, attaccante Lecce (foto P.Pinto)

Corvino lo nota, lo studia, lo cerca e lo porta a Lecce il 12 agosto 2021, prelevandolo per 550mila euro. Strefezza diventa l’idolo dei tifosi giallorossi con funamboliche giocate e gol da studiare in balistica, ne sigla 14 in 35 presenze più 6 assist vincenti.

Gioca esterno d’attacco nel 4-3-3 di Marco Baroni che valorizza ogni centimetro del calciatore italo brasiliano che sogna la maglia della nazionale italiana.

Rapidità, agilità e fantasia, abile nel cambiare direzione ubriacando gli avversari, ambidestro, eclettico, fantasioso ma anche versatile, utile nella fase difensiva oltre che in attacco dove fa venire mal di testa ai difensori che devono marcarlo.

Per lui, grazie a Baroni sono finiti gli esperimenti tecno tattici e può fare ciò che ama di più: giocare al calcio con la mente sgombra, liberando quella “ginga” brasiliana che è in lui e che fa impazzire le folle.

Caratterialmente è un ragazzo pacato, sensibile, e molto religioso e lo si nota anche in campo e nel Salento ha trovato ciò che cercava, serenità e possibilità di crescere in modo esponenziale.

Sposato con Larissa è papà dolcissimo ed ha due bimbe, Manuela e Madalena.

Dopo i 14 gol in B ha fatto gola a tante squadre ma il Lecce ha deciso di trattenerlo, il suo valore è dieci volte più alto rispetto a quello che è costato, ma la società di Via Col. Costadura non si è privata del suo gioiello, e in questo campionato di A ha già segnato due gol: uno con l’Empoli e l’altro a Salerno, bellissimo, con cui ha regalato la prima vittoria al Lecce. E siamo certi che il meglio debba ancora venire… e adesso non ci resta che dire, ribadire, ed evidenziare, che nelle botti piccole c’è il vino buono, un proverbio che sicuramente, vedendolo giocare, rimbomba anche nelle orecchie di chi lo considerò troppo basso per diventare un professionista del calcio.

M.Cassone

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