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Il risultato elettorale cambia gli equilibri politici brindisini in vista delle amministrative

BRINDISI –  Le elezioni amministrative sono cosa ben diversa rispetto a quelle politiche, in quanto contano molto i candidati sindaci, così come la capacità di centinaia di candidati consiglieri di catturare le attenzioni degli elettori.

E’ evidente, però, che un peso il voto del 25 settembre lo avrà pure, anche in considerazione della rivoluzione che si prospetta per effetto della vittoria del centro destra e della grande affermazione in città del Movimento 5 Stelle.

Partiamo dagli elementi numerici. I pentastellati di Conte a Brindisi – anche per effetto di candidati del calibro di Salvatore Giuliano e Roberto Fusco – hanno superato il 37% dei consensi, piazzandosi al primo posto.

Sulla stessa lunghezza d’onda il centro destra unito, distante solo qualche centesimo percentuale. Al suo interno, però, si registra un dato di gran lunga inferiore a quello nazionale per Fratelli d’Italia, fermo al 17,47%, mentre Forza Italia quasi raddoppia il consenso nazionale attestandosi al 14,35%. Un misero 5%, invece, per la Lega, peraltro frutto del lavoro personale svolto da Ilaria Antelmi e da Vittorio Zizza.

La vera debacle, invece, la si registra nel cnegtro sinistra, che racimola un 18,95%, con il PD al 13,67% e con Verdi e Sinistra (il partito del sindaco Rossi e di Brindisi Bene Comune) fermi al 3,41%.

Infine, il terzo polo di Calenda e Renzi, che in città non va oltre il 3,82%.

Ebbene, in chiave amministrativa questo significa che le coalizioni dovranno mettersi immediatamente al lavoro per individuare le squadre da proporre agli elettori.

Il centro destra, ad esempio, dovrà provare a sanare la frattura tra Fratelli d’Italia e Forza Italia che fino ad oggi – per le vicende cittadine – hanno parlato due linguaggi differenti. E’ evidente che gli azzurri possono vantare l’elezione dell’unico parlamentare brindisino – Mauro D’Attis – e quindi chiederanno un ruolo di coordinamento.

Il centro sinistra, invece, è chiamato a rivedere le proprie strategie, visto che da soli – sia pure con un candidato sindaco come l’uscente Riccardo Rossi – non si va da nessuna parte. Si potrebbe ipotizzare un’intesa con i cinque stelle, ma è chiaro che aver preso il doppio dei consensi metterà gli uomini del Movimento in condizione di chiedere la poltrona di sindaco e in questa veste sarebbero già pronti l’avvocato Roberto Fusco ed il preside Salvatore Giuliano.

Non fa testo, infine, il cosiddetto Terzo polo di Calenda che impiegherà un bel po’ di tempo per leccarsi le ferite di un risultato elettorale assai deludente.

Il fatto importante, però, è che di tempo non ce ne sarà molto, anche perché maggio 2023 è davvero dietro la porta.

Mimmo Consales

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