Attualità

La sanità pubblica in ginocchio nel Brindisino. Caos totale nel pronto soccorso del Perrino

BRINDISI – La sanità pubblica è letteralmente al collasso anche in provincia di Brindisi. Lo denunciano a chiare lettere le organizzazioni sindacali che attribuiscono gran parte delle responsabilità all’Azienda Sanitaria Locale, tuttora incapace di risolvere almeno in parte il problema della carenza di personale medico, infermieristico ed ausiliario.

E’ sufficiente recarsi presso il pronto soccorso dell’ospedale Perrino per rendersi conto che i pazienti rischiano realmente la vita a causa delle disfunzioni del servizio. Spesso ci si ritrova a dover fare i conti con l’assenza di un numero adeguato di medici. Peraltro accade in più di qualche occasione che le poche unità disponibili siano costrette a turni massacranti che possono incidere anche sulla lucidità nell’erogazione di prestazioni mediche. Un motivo in più perché anche in questa asl si registrino pressanti domande di trasferimento ad altri reparti.

Ciò di cui probabilmente non ci si rende conto è che di questo passo la situazione diventerà ben presto insostenibile ed a farne le spese saranno come al solito i pazienti, a partire dai più fragili che non hanno altro rimedio se non fare ricorso al pronto soccorso.

A far peggiorare la situazione, poi, ci sono le carenze della medicina di base e quindi si costringe la gente  a fare ricorso alla medicina d’urgenza. Molti medici di famiglia sono in ferie e per i sostituti il carico di lavoro aumenta considerevolmente. E sono in tanti a prendere come punto di riferimento il proprio farmacista di fiducia, le cui mansioni, però, non permettono di sostituirsi al medico.

Insomma, la gente è sempre più disorientata. Il tutto, per non parlare dei turisti che hanno avuto bisogno di fare ricorso alle strutture ospedaliere, anche per il mancato avvio dei presidi estivi nelle località di villeggiatura. Probabilmente avranno maledetto il giorno in cui hanno scelto di venire a trascorrere le ferie da queste parti. E questo di certo non aiuta a far crescere l’economia del comparto turistico. Ma quando lo capiranno forse sarà troppo tardi.

Mimmo Consales

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