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Sei donne afghane accolte dalle famiglie salentine

LECCE – I volti dicono tutto. Sono segnati da un destino che appare ineffabile e dal quale provano a sfuggire per cambiare la loro vita. Sono volti che raccontano la storia di violenze e privazioni, disagi e stenti.

Sono finalmente in Italia e – alcune di loro – sono sbarcate Lecce, le prime cittadine ed i primi cittadini afghani accolti nell’ambito del progetto “Corridoi umanitari/Evacuazioni per l’Afghanistan”. Si tratta principalmente di donne che verranno ospitate dalla rete Arci, su tutto il territorio nazionale, e che sono arrivate con tre voli atterrati in questa settimana all’aeroporto di Fiumicino, a Roma.

L’Italia rappresenta per loro la speranza di una vita migliore e il Salento un approdo sicuro per dimenticare le atrocità vissute con i loro occhi. Appena poche centinaia di persone, i primi arrivi, una goccia nel mare di un’emergenza palesatasi agli occhi tutti nella sua gravità già nell’agosto dell’anno passato, con le immagini in diretta tv che hanno scosso il pianeta nel giorno della presa del potere dei talebani. Immagini di uomini, donne e bambini che hanno disperatamente tentato abbandonare il proprio Paese per sottrarsi alla violenza del ritorno del regime. Per sfuggire al salto nel passato che, oltre alle catastrofiche conseguenza economiche, è un’apocalisse sociale.

In poche settimane, la destituzione trasversale e completa di tutti i ruoli e le cariche esistenti, in favore del ritorno dei talebani, ha significato la fine della libertà per il popolo afghano. L’inizio di una drammatica fase storica in cui, con la negazione dei più basilari dei diritti umani (in particolar modo alle donne), la democrazia è scomparsa, dalle sale del potere alle scuole, in ogni angolo del Paese.

Il progetto “Corridoi umanitari/Evacuazioni per l’Afghanistan”, nato per rispondere alla crisi umanitaria afghana con un occhio di riguardo a donne e bambini, è figlio del protocollo d’intesa firmato nel novembre scorso tra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Interno, CEI, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche, Tavola Valdese, Arci, INMP, OIM e Unhcr.

Arci Lecce Solidarietà, già lo scorso inverno, ha preparato l’accoglienza delle rifugiate che sarebbero arrivate dall’Afghanistan. E nelle ultime ore ha preso in carico sei donne afghane. Sono attiviste e giornaliste impegnate nella lotta a tutela dei diritti umani e delle donne in Afghanistan.

I salentini e le salentine sono pronti ad accoglierle. Per un breve periodo apriranno le porte delle proprie case alle neoarrivate, in attesa che vengano trasferite in ordinari progetti per rifugiati. Un percorso di accoglienza autentico per accompagnare per mano queste donne. E provare a ridare loro la dignità che meritano.

Siamo dinanzi ad una delle più importanti azioni dell’Arci degli ultimi anni”, ha commentato Anna Caputo, presidente di Arci Lecce Solidarietà cooperativa sociale. “Un’operazione che ha salvato vite umane ed ha sottratto delle donne alla segregazione e all’incarcerazione. Ma siamo profondamente convinti che l’Occidente debba fare più, soprattutto a sostegno delle donne: l’impasse dello scorso agosto si è trasformata in lunghi mesi di grave abbandono che non si devono più ripetere”.

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